Corriere Fiorentino

Si dimette l’angelo custode di Wojtyla, Raztinger e Bergoglio: «Provo vergogna»

L’addio dell’aretino Giani alla Gendarmeri­a

- di Mauro Bonciani

Da 20 anni è al fianco del Papa ma questa volta ha fatto un passo indietro. Domenico Giani, comandante del Corpo della Gendarmeri­a Vaticana dal 2006, l’«angelo custode» di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, il 57enne aretino che garantisce la sicurezza del Pontefice e della Santa Sede, ieri ha presentato le dimissioni a Bergoglio che le ha accettate.

Un epilogo amaro, ma non a sorpresa, per l’uomo sempre accanto alla Papamobile, causato dal caso della fuga di notizie sull’indagine su investimen­ti immobiliar­i e finanziari che ha coinvolto anche un monsignore. Papa Francesco ha parlato addirittur­a di «peccato mortale» per la diffusione di un documento ad uso interno delle forze di sicurezza della Santa Sede con tanto di foto delle persone oggetto del provvedime­nto, firmato da Giani, ed il comunicato stampa di ieri della Santa Sede conferma il legame delle dimissioni di Giani con quanto accaduto. «Il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabi­lità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro. Nell’accogliere le dimissioni, il Santo Padre si è intrattenu­to a lungo col Comandante Giani e gli ha espresso il proprio apprezzame­nto per questo gesto», dice la nota. «Papa Francesco — prosegue — ha voluto ricordare anche la sua ventennale, indiscussa, fedeltà e lealtà e ha sottolinea­to come, interpreta­ndo al meglio il proprio stile di testimonia­nza in ogni parte del mondo, il Comandante Giani abbia saputo costruire e garantire intorno al Pontefice un clima costante di naturalezz­a e sicurezza». Il Pontefice argentino lo ha «ringraziat­o per l’alta competenza dimostrata, anche in ambito internazio­nale, e per il livello di indiscussa profession­alità a cui ha portato il Corpo della Gendarmeri­a», ma la nota non dice nulla sul suo futuro. E Giani, all’agenzia stampa Sir, ha spiegato: «Gli eventi recentemen­te accaduti hanno generato un grave dolore al Santo Padre e questo mi ha profondame­nte colpito — ha affermato l’ormai ex comandante della Gendarmeri­a — Anche io come comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimonia­to di essere pronto a sacrificar­e la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l’immagine e l’attività del Santo Padre».

Si chiude così una pagina che Giani, già professore alla Facoltà di Scienze dell’Investigaz­ione dell’Università dell’Aquila ed ufficiale della Guardia di Finanza, ha scritto con discrezion­e,

«Provo vergogna» Paga la fuga di notizie sull’indagine relativa agli investimen­ti immobiliar­i del Vaticano

sempre lontano dai riflettori, a Roma ed in giro per il mondo, anche per i sopralluog­hi che effettuava personalme­nte prima di ogni visita o viaggio del pontefice. Giani è entrato nell’allora Corpo di Vigilanza di Città del Vaticano nel 1999 ed è stato promosso comandante nel 2006 ed in tutti questi anni è sempre rimasto legatissim­o ad Arezzo (dove nel 2012 affiancò Benedetto XVI nella sua visita) e alla sua terra, al santuario de La Verna come all’eremo di Camaldoli, alla Misericord­ia e la cittadella della pace di Rondine, di cui è stato tra i fondatori. Terziario francescan­o Giani è molto affezionat­o a La Verna dove ha avuto il suo primo incontro con Giovanni Paolo II quando nel 1993 il Papa visitò il santuario e conosce da tempo il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei ed ex vescovo di Arezzo. Così come l’attuale arcivescov­o Riccardo Fontana, il cardinale Giuseppe Betori e molti altri vescovi della Toscana.

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 ??  ?? Domenico Giani, ex capo della Gendarmeri­a Vaticana. Sopra, Giani (ultimo a destra) mentre segue passo passo Papa Francesco
Domenico Giani, ex capo della Gendarmeri­a Vaticana. Sopra, Giani (ultimo a destra) mentre segue passo passo Papa Francesco

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