Corriere Fiorentino

ALTRA MUSICA, ORA NON STONATE

- Di Antonio Montanaro

Una cosa è certa. Forse due. La prima: da otto anni a questa parte non si è mai stati così vicini alla realizzazi­one del nuovo stadio della Fiorentina. Serviva una scossa che mandasse a carte quarantott­o le paludate liturgie della politica fiorentina. Ed è arrivata da Rocco Commisso: in cinque mesi l’imprendito­re italo-americano è riuscito (finalmente) ad ottenere impegni chiari sull’iter amministra­tivo e sull’area dove poter iniziare a costruire uno stadio di proprietà, più che mai necessario per il salto di qualità del club viola. Il suo asfissiant­e pressing, però, ha anche fatto emergere tutte le contraddiz­ioni di un’area metropolit­ana che non si è mai considerat­a come tale. E il recente, piccatissi­mo, botta e risposta tra il sindaco di Campi e quello di Firenze ne è la più plastica rappresent­azione. Voi vi guardate il dito, io ho già i mezzi per arrivare sulla luna: questo il messaggio arrivato da mister Rocco, che ieri dalla 5th Avenue di New York, dove era in corso la tradiziona­le sfilata del Columbus Day, ha ribadito che lui «gli investimen­ti li vuole fare subito». «Fosse per me — ha continuato — lo stadio lo costruirei domani, i soldi e la buona volontà non mancano, la speranza è di riuscirci al massimo in quattro anni». E i dieci punti contenuti nell’atto di giunta presentato ieri da Nardella puntano proprio a dare gambe a questa speranza.

E qui veniamo alla seconda, più debole, certezza: i tempi di realizzazi­one. Il sindaco ha assicurato che in 24 mesi il mercato ortofrutti­colo sarà spostato, in modo da liberare l’area dove dovrà sorgere, presumibil­mente in altri 24 mesi, il nuovo stadio. Nella partita però non ci sono solo Fiorentina e Palazzo Vecchio, ma anche (con diversi compiti e responsabi­lità) Ferrovie, Autostrade, Mercafir e Firenze Parcheggi. Perché il piano del Comune vada in porto, quindi, tutti dovranno seguire uno spartito che non può più ammettere stonature. La musica sembra essere cambiata, l’importante ora è tenere il ritmo di Commisso.

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