ALTRA MUSICA, ORA NON STONATE
Una cosa è certa. Forse due. La prima: da otto anni a questa parte non si è mai stati così vicini alla realizzazione del nuovo stadio della Fiorentina. Serviva una scossa che mandasse a carte quarantotto le paludate liturgie della politica fiorentina. Ed è arrivata da Rocco Commisso: in cinque mesi l’imprenditore italo-americano è riuscito (finalmente) ad ottenere impegni chiari sull’iter amministrativo e sull’area dove poter iniziare a costruire uno stadio di proprietà, più che mai necessario per il salto di qualità del club viola. Il suo asfissiante pressing, però, ha anche fatto emergere tutte le contraddizioni di un’area metropolitana che non si è mai considerata come tale. E il recente, piccatissimo, botta e risposta tra il sindaco di Campi e quello di Firenze ne è la più plastica rappresentazione. Voi vi guardate il dito, io ho già i mezzi per arrivare sulla luna: questo il messaggio arrivato da mister Rocco, che ieri dalla 5th Avenue di New York, dove era in corso la tradizionale sfilata del Columbus Day, ha ribadito che lui «gli investimenti li vuole fare subito». «Fosse per me — ha continuato — lo stadio lo costruirei domani, i soldi e la buona volontà non mancano, la speranza è di riuscirci al massimo in quattro anni». E i dieci punti contenuti nell’atto di giunta presentato ieri da Nardella puntano proprio a dare gambe a questa speranza.
E qui veniamo alla seconda, più debole, certezza: i tempi di realizzazione. Il sindaco ha assicurato che in 24 mesi il mercato ortofrutticolo sarà spostato, in modo da liberare l’area dove dovrà sorgere, presumibilmente in altri 24 mesi, il nuovo stadio. Nella partita però non ci sono solo Fiorentina e Palazzo Vecchio, ma anche (con diversi compiti e responsabilità) Ferrovie, Autostrade, Mercafir e Firenze Parcheggi. Perché il piano del Comune vada in porto, quindi, tutti dovranno seguire uno spartito che non può più ammettere stonature. La musica sembra essere cambiata, l’importante ora è tenere il ritmo di Commisso.