E dal Columbus Day: «Italia, facci investire»
Dall’Italia agli Stati Uniti e ritorno, senza perdere (mai) il contatto con le proprie radici. Per questo, Rocco Commisso, ha sempre vissuto con gioia e partecipazione la ricorrenza del Columbus Day. Quest’anno, poi, aveva un motivo in più per essere felice: la Fiorentina e la svolta sul nuovo stadio, annunciata, quasi in contemporanea con la sfilata sulla 5th Avenue, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella.
Come da tradizione, infatti, a New York era in programma la parata che rappresenta l’apice delle celebrazioni per il Columbus Day e, per l’occasione, Commisso ha voluto che fosse degnamente rappresentato anche il club viola. Come? Con un grande carro, completamente viola, con precisi richiami al calcio (ad esempio una rete a simboleggiare una porta, il gol) e, soprattutto, una gigantografia con Ribery, Chiesa, Caceres e Boateng, la scritta NY Love Fiorentina (un cuore rosso con dentro il giglio) e, sullo sfondo, i grattacieli della Grande Mela.
Il carro era circondato da decine di tifosi (compresi i membri del Viola Club New York), tutti con bandiere, sciarpe e maglie della Fiorentina. E poi l’inno, «Freed from desire» (il nuovo coro/tormentone), le canzoni di Pupo. Soprattutto, sul carro, c’erano Commisso, suo figlio, e Joe Barone. «Per noi è motivo di grande orgoglio mostrare a New York e al mondo Firenze e la Fiorentina», ha detto Barone. «Mai si era visto un club italiano sfilare qua, siamo i primi», ha gioito Rocco che il 25 ottobre, tornerà a Firenze. Sarà in tribuna per Fiorentina-Lazio, ma non solo. Tanti, infatti, gli appuntamenti in agenda. Primo fra tutti quello con Dario Nardella. All’ordine del giorno, va da sé, la questione stadio. «Apprendiamo con grande favore le notizie che arrivano da Firenze», ha commentato Commisso. E ancora: «Il Comune e il sindaco hanno fatto un importante passo in avanti per permettere a chi vuole investire come noi della Fiorentina sul territorio. Iniziano a vedersi concrete possibilità per realizzare un’opera importante come potrà essere il nuovo stadio della Fiorentina. Continueremo il nostro dialogo e incontri con il Comune e i rispettivi team di lavoro così che si postus, sa procedere in maniera spedita». Non a caso, a Sky, ha poi aggiunto. «Fosse per noi lo stadio a Firenze si farebbe domani. I soldi ci sono, io posso aspettare massimo quattro anni. L’Italia deve lasciarci investire nel calcio e nelle infrastrutture. Fosse per me lo stadio lo farei domani, i soldi e la buona volontà non mancano, la speranza è di riuscirci al massimo in quattro anni. È importante che l’Italia lasci investire chi vuole fare, la politica dovrebbe spianare il terreno per stimolare e aiutare chi vuole investire per rendere più belli il nostro Paese e il nostro calcio».
Commisso al Columbus Day, oltre alla delegazione della Regione Toscana composta da Antonio Mazzeo e Lucia De Robertis, ha anche incrociato John Elkann. E al presidente di Fiat Chrysler Automobiles (Fca), azionista di maggioranza della JuvenCommisso, ha spiegato di volerne seguire l’esempio: «Costruirò lo stadio, e una squadra vincente».
«Quello del Comune è un passo importante, faccio i complimenti a Nardella», il pensiero, invece, di Joe Barone. Un dialogo, quello tra Comune e Acf, che non si è mai interrotto. Nemmeno quando Rocco aveva aperto alla possibilità di costruire il nuovo impianto fuori dal Comune di Firenze. A proposito. Ad oggi non è in agenda alcun faccia a faccia col sindaco di Campi Emiliano Fossi anche se, dall’amministrazione, non si escludono contatti. E poi Bagno a Ripoli. Quella si, una partita vinta. Non a caso i dirigenti della Fiorentina e il sindaco Francesco Casini si erano lasciati con la promessa di vedersi, magari a cena, per un brindisi ad una firma (per la costruzione del nuovo centro sportivo) che, a suo modo, entrerà nella storia del club e della città. E poi la squadra. Perché alla fine, per Rocco, è quello l’aspetto più importante. Il patron ama respirare l’area dello spogliatoio, parlare con i giocatori, spronarli e, ovviamente, non perde occasione per confrontarsi con Montella.
❞ Orgoglio
Mai si era visto un club italiano di calcio sfilare qui, per noi è grande motivo di orgoglio mostrare all’America Firenze e la Fiorentina