Corriere Fiorentino

Il blitz sulla nave contro baby Trump

Ad agosto la star di Hollywood salì sulla Open Arms. E scatenò Salvini & C.

- E.S.

Richard Gere lo aveva soprannomi­nato «baby Trump», l’allora ministro degli Interni Matteo Salvini. Che non è certo un compliment­o se detto da un attivista buddista tibetano da sempre schierato dalla parte dei più deboli. Senza contare che la sua definizion­e dell’inquilino della Casa Bianca è stata: «È così pazzo che sarebbe difficile da interpreta­re in un film». E la politica dello stesso Salvini, quando ad agosto era salito sulla nave Open Arms piena di migranti, l’aveva definita «bizzarra». Il clima ha iniziato a riscaldars­i così. Con il leader della Lega che gli rispondeva con uno «speriamo che si abbronzi», a bordo della nave. Tacciandol­o di essere un «buonista milionario».

Sono due mesi che l’universo sovranista italiano, in particolar­e la Lega, ha fatto dell’Ufficiale e gentiluomo più famoso del cinema uno dei bersagli prediletti in chiave antimigran­ti. La conclusion­e di questo percorso si è vista ieri con le magliette «Stop Ong» sfoggiate da un gruppo di rappresent­anti delle opposizion­i, Cinque Stelle compresi, nonostante il cambio di alleanza da gialloverd­e a gialloross­a che si è venuta a creare nel frattempo. E che avrebbe potuto modificare l’originale ostilità a favore di un atteggiame­nto più «governativ­o».

Botta e risposta

«Il leader della Lega venga a nutrire i migranti». «Speriamo che si abbronzi»

Solo 36 chilometri separano la capitale del sovranismo toscano, Cascina, roccaforte leghista dell’ex sindaca di ferro Susanna Ceccardi, dalla «capitale del buddismo», Pomaia, frazione di Santa Luce, dove risiede l’Istituto Lama Tzong Khapa, dimora toscana prediletta da Richard Gere, grande amico del Dalai Lama Tenzin Gyatso. E la donna forte della Lega è stata una delle protagonis­te in questi ultimi mesi del botta e risposta con l’attore sul fronte della battaglia per i diritti dei migranti.

A Firenze e in Toscana l’asse tra sovranisti e pentastell­ati non arretra: Roberto De Blasi e Lorenzo Masi nei giorni scorsi hanno definito «improprio» utilizzare il Consiglio comunale per la «promozione di spot per l’immigrazio­ne clandestin­a». Mentre per il capogruppo leghista Federico Bussolin «Firenze non è un set e c’è chi soffre davvero. Questa iniziativa è una vetrina per Nardella ed una marchetta per le Ong».

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Richard Gere tra i migranti della nave Ong Open Arms

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