«DEHORS, SARÀ IL 2023 L’ANNO DELLA SVOLTA»
Caro direttore, ho letto il Suo editoriale sui dehors di piazza Repubblica e l’intervento dell’architetto Francesco Gurrieri.
Mi inserisco nella discussione per portare all’attenzione alcuni elementi che possono essere utili. Il tema dei dehors di piazza Repubblica è stato affrontato dalla passata amministrazione. In particolare, con delibera di Giunta dello scorso dicembre, (che ho seguito nella mia precedente veste di assessore allo sviluppo economico), abbiamo approvato un protocollo con la Soprintendenza volto a superare gradualmente le attuali strutture dei dehors presenti sulla piazza. Nell’atto in questione si stabilisce che le concessioni non saranno rinnovate nelle stessa modalità quando arriveranno a scadenza, ovvero all’inizio del 2023. In altre parole, entro tale scadenza, i locali di piazza della Repubblica dovranno smontare i dehors esistenti e adeguarsi alle nuove disposizioni che saranno medio tempore varate dall’assessorato ora guidato da Federico Gianassi in accordo con gli uffici di Palazzo Pitti. È infatti la Soprintendenza ad avere l’ultima parola nella definizione dei modelli di dehors da usare nel centro storico e nelle zone vincolate. Alla base della delibera (già impugnata da due locali della piazza; l’udienza di merito deve essere ancora fissata), c’è la indiscussa necessità di un cambiamento rispetto all’impatto dei dehors . Per evitare, però, contestazioni di natura formale da parte dei locali, vista anche la giurisprudenza amministrativa formatasi sul tema, è stato previsto che il provvedimento entri in vigore alla scadenza delle concessioni, in modo da comunicare con un congruo anticipo tale decisione alle imprese della piazza. L’anticipo della comunicazione ed il richiamo al Piano di Gestione dell’Unesco sono ciò che ci hanno permesso di superare anche le pedane in piazza del Duomo, le ultime delle quali saranno smontate a marzo 2020, avendo il Tar della Toscana riconosciuto la legittimità del nostro provvedimento per aver raggiunto un equo contemperamento degli interessi in gioco. La questione è infatti più complessa di quanto possa apparire perché in ballo non c’è solo l’interesse alla tutela del valore storicomonumentale di piazza della Repubblica, ma anche l’interesse al mantenimento dei caffè storici (in piazza Repubblica sono ben tre) e i posti di lavoro delle imprese esistenti, dal momento che le modifiche ai dehors potrebbero avere conseguenze sui bilanci dei locali. Al piano per il superamento dei dehors di piazza della Repubblica deve dunque partecipare anche il privato, ovvero il proprietario delle mura dei Caffè storici, per quanto concerne i canoni di locazione relativi a questi immobili. I provvedimenti comunali del 2018 su piazza Duomo e piazza Repubblica — così come gli atti varati nel medesimo anno a tutela delle attività storiche, dai vincoli di salvaguardia alle agevolazioni Imu — dimostrano che all’amministrazione comunale la determinazione di seguire il Piano di gestione Unesco negli ultimi anni non è mancata (e la dovuta attenzione alle tematiche del centro storico non mancherà anche nel nuovo piano urbanistico). Tuttavia, quella «civiltà urbana» citata dall’architetto Gurrieri non può riguardare solo i decisori locali, ma anche i privati, dai proprietari degli immobili, alle imprese, ai cittadini. Se il privato non esce da logiche riguardanti solo le proprie mura e se alla rendita dei privati non verrà messo un limite a livello centrale, il coraggio dell’ente pubblico locale potrebbe non essere sufficiente a raggiungere lo scopo. E il caso della Farmacia di San Felice lo dimostra.