Corriere Fiorentino

Artiste in primo piano, grazie alle donne

Da Violante Ferroni alla Brandeis. Ecco le pittrici che saranno riscoperte

- C.D.

Il prossimo paziente — la terapia è già in corso dal 3 ottobre — che vedremo risanato grazie alla raccolta fondi di Awa —Advancing Women Artists — ci porta nell’ex ospedale San Giovanni di Dio, in Borgo Ognissanti storicamen­te al servizio delle vittime della peste e, dal 1700, in poi soggetto a varie ristruttur­azioni che avrebbero coinvolto anche una pittrice donna. Nell’atrio dotato di una bellissima scalinata doppia, infatti, insieme agli affreschi su tetto di Vincenzo Meucci ci sono due ovali che portano la firma di Violante Ferroni pittrice fiorentina, copista e ritrattist­a, nata nel 1720 di cui poco si sa anche se nel 1736 fu ammessa all’Accademia del Disegno. Di questa, speriamo ancora per poco sconosciut­a, artista Awa sta finanziand­o il recupero, il medaglione sulla sinistra che raffigura Il Santo che visita le vittime della peste. Ma nella mente e nel cuore delle donne di Awa c’è in programma anche la ricerca di fondi per recuperare l’altro medaglione, quello posto di fronte a questo che invece raffigura il Santo che dà il pane ai poveri. Fa parte, quest’ultimo della lista delle cosiddette speranzose, opere che attendono pazienteme­nte uno o più sponsor desiderosi di ridar loro smalto, colore e visibilità. La chiamano l’arte «in palpitante attesa» e tra queste troviamo Frutta, fiori e insetti di Maria Van Oosterwyck, pittrice olandese del secolo d’oro (era nata nel 1630) di cui è probabile che Cosimo III abbia comprato quest’opera durante un suo viaggio ad Amsterdam. Una volta restaurata tornerà negli appartamen­ti reali di Palazzo Pitti. Non è l’unica. In lista d’attesa c’è anche il San Francesco in preghiera trovato nei depositi del Museo di San Salvi e firmato da Anna Piattoli, settecente­sca ritrattist­a e autrice di dipinti di soggetto religioso che lasciò un suo Autoritrat­to alla Collezione del Vasariano. Non basta: nel novero delle opere da riscoprire ce ne sono varie firmate da Antonietta Brandeis, vedutista Ucraina che visse a Firenze dal 1909 dove rimase fino alla morte nel 1926 e che lasciò quasi molte sue opere al Museo degli Innocenti.

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Linda Falcone, direttrice di Awa

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