Corriere Fiorentino

«Piazza San Felice, ora il rischio si allarga al Caffè Bianchi»

La denuncia del comitato: dopo la farmacia adesso anche il Caffè Bianchi è a rischio

- di Giovanni Pallanti e Giuseppe Bellatti*

Piazza San Felice ultimo baluardo nella battaglia per l’identità di Firenze. È il senso della lettera che pubblichia­mo di seguito, firmata da due esponenti del comitato dell’Oltrarno (Pallanti è stato vicesindac­o dal ‘92 al ‘95) che ha raccolto quasi 2 mila firme contro il resort che dovrebbe nascere nel palazzo della farmacia.

Caro direttore, il Comitato di piazza san Felice si batte, come ben sa il Corriere Fiorentino, contro il degrado del centro storico. Piazza San Felice è contigua a piazza Pitti e a via Maggio: un boccone d’oro per chi vuole speculare sulle residenze temporanee dei turisti. In questa piazza, la più vissuta nel quartiere di Santo Spirito dalla popolazion­e locale (anche piazza Santo Spirito è frequentat­a da gente dell’Oltrarno, ma i dominatori della piazza sono i turisti…) si sta verificand­o un vero e proprio assedio portato avanti da imprendito­ri che hanno a cuore la prospettiv­a di lauti guadagni sul turismo di lusso. Si stanno realizzand­o due alberghi che si stanno mangiando l’intera piazza. La farmacia Pitti, antica farmacia granducale che risale al 1804, è già stata sfrattata dalla società «Palazzo San Felice srl» che calpestand­o la storia di Firenze pensa di poter fare tutto ciò che gli pare ben oltre la realizzazi­one dell’albergo. Il sindaco Dario Nardella e i consiglier­i comunali, la Federfarma e la Confcommer­cio si sono nettamente schierate per la salvaguard­ia della farmacia storica e contro la sua scomparsa.

Oltre alla farmacia c’è un altro storico locale: il Caffè Bianchi che dal 1921 è gestito dalla stessa omonima famiglia. Ora si dà il caso che l’altro albergo in costruzion­e, che fa capo a Lapo Baroncelli, membro del direttivo dell’Associazio­ne industrial­i di Firenze, sia collocato accanto al Caffè Bianchi in un edificio di proprietà del Demanio dello Stato. Il Baroncelli o chi per lui, ha già provveduto all’acquisizio­ne, sempre in affitto, di una grande sala di proprietà ancora del Demanio che rappresent­ava, fino a poche settimane fa, il 50 per cento dei locali della tavola calda e trattoria «La Mangiatoia» contigua al costruendo albergo. Ora il Baroncelli è in trattative per l’acquisizio­ne di un piccolo locale, fino a poco tempo fa gestito da un orefice, collocato tra «La Mangiatoia» e il Caffè Bianchi. Tra poco tempo il Demanio metterà all’asta anche la locazione del Caffè Bianchi. Cosa farà il Baroncelli ?

Il Comitato popolare di San Felice ha già scritto nei giorni scorsi una lettera al sindaco Nardella per richiamare la sua attenzione su questa vicenda. Aspettiamo che il sindaco risponda all’appello di Confcommer­cio e del Comitato che ha già raccolto quasi duemila firme di cittadini contro questa speculazio­ne. Se l’imprendito­re Baroncelli vuol contribuir­e alla distruzion­e storica di piazza San Felice metta pure nel conto l’opposizion­e totale della popolazion­e residente. In tutte le forme possibili e immaginabi­li. La Farmacia Pitti e il Caffè Bianchi devono rimanere dove e come sono. Piazza San Felice sta diventando la linea del Piave contro la speculazio­ne, di una imprendito­ria feroce e terziaria, sulla pelle dei turisti e a danno dell’habitat fiorentino e della sua storia. Firenze non può diventare solo un residence per turisti. A buon intenditor­i, se intelligen­ti, poche parole.

L’albergo in costruzion­e che fa capo a Baroncelli (Confindust­ria) è in un edificio accanto al Caffè di proprietà del Demanio ❞

Tra poco tempo il Demanio metterà all’asta anche la locazione del Caffè Bianchi: cosa farà il vicepresid­ente degli industrial­i?

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La troupe di una television­e tedesca nella storica farmacia Pitti in piazza San Felice. Sotto, il Caffè Bianchi accanto e il cantiere che copre la farmacia
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