«Alzare la tassa di soggiorno? Un danno per tutta la città»
Caro direttore, il balzello più facile da applicare, quello che meno rischia di scatenare le proteste del cittadino. Colpire il turista, gravarlo di nuovi oneri. Adesso per decreto, come il sindaco Dario Nardella aveva proposto, il Comune avrà facoltà di elevare la quota massima dell’imposta di soggiorno fino a 10 euro a persona per notte.
Cosa che consentirà di avere a disposizione molte più risorse di quelle incamerate finora grazie alla stessa tassa per coprire varie voci di spesa nel bilancio. Nessuno si ferma a considerare l’effetto che l’aumento dell’imposta avrà, come se Firenze valesse sempre la spesa. Chissà perché allora i nostri albergatori esitano ad aumentare le tariffe. Urgono però alcune riflessioni. Primo, chiediamoci per una volta cosa può fare Firenze per il turismo, non quella delle itale glorie ma quella di oggi. Parliamo di servizi al visitatore, di viabilità, di accoglienza.
È qui che bisogna investire. Secondo, il turismo è un valore aggiunto per la città intera e porta ricchezza a una gamma di attività economiche ben più ampia di quella dei soli albergatori, che però oggi sono i soli a doversi far carico di una tassa da corrispondere.
Per di più non si va a colpire il visitatore che mangia, acquista prodotti tipici o meno, si muove in città, ma solo quello che qui soggiorna, cioè quel target come il turismo delle famiglie che proprio per questo dovrebbe essere in qualche modo incentivato. Non fosse che con delle agevolazioni reali per l’accesso ai musei.
Così non si fa altro che spingere i turisti verso i comuni limitrofi. Sono questi i temi su cui ci piacerebbe confrontarci con l’amministrazione, per capire a quale modello di città si intende guardare per il futuro.
*Presidente Federalberghi
Firenze