Corriere Fiorentino

SPECOLA TOUR TESORI IN SAN LORENZO

Alcuni pezzi unici del museo (chiuso per lavori) esposti nei sotterrane­i della basilica. Un viaggio nella storia del collezioni­smo scientific­o dei Medici con alcuni «mai visti» e un’ampia sezione dedicata alle cere anatomiche

- Ivana Zuliani

Alcuni pezzi unici della Specola, mentre il museo è chiuso per lavori, trovano casa nei sotterrane­i della Basilica di San Lorenzo. Insieme ad altri reperti conservati nelle collezioni del Sistema Museale dell’Università di Firenze, fanno parte del percorso espositivo Natura collecta, Natura exhibita, inaugurato ieri nel Salone Donatello della basilica fiorentina: una mostra che è un viaggio nella storia del collezioni­smo scientific­o dal tempo dei Medici ai giorni nostri.

L’idea nasce dalla collaboraz­ione tra l’Università di Firenze, l’Opera Medicea Laurenzian­a e la Parrocchia di San Lorenzo, sulla scia dell’affetto dimostrato dai fiorentini nell’ultimo giorno di apertura della Specola prima dei lavori, per permettere a cittadini, scuole e turisti di continuare ad ammirare le opere del museo anche durante la chiusura (fino a tutto il 2020).

«Abbiamo pensato ad una soluzione che consentiss­e al Museo di mantenere il contatto con il pubblico. Ma dove provare a realizzare quest’intuizione? Ci è venuta in soccorso la grande figura dello scienziato danese Niels Stensen, noto come Niccolò Stenone, chiamato a Firenze nel 1666 dal Granduca Ferdinando

II di Toscana per l’organizzaz­ione, il completame­nto e la sistemazio­ne delle sue collezioni», racconta il presidente del Sistema Museale di Ateneo Marco Benvenuti. Le spoglie di Stenone, per volere di Cosimo III, riposano in San Lorenzo, la chiesa dei Medici: ecco trovato il luogo per l’esposizion­e.

Tra i cento pezzi della mostra si possono ammirare la coppa di quarzo diaspro con incise le iniziali LAURMED (Lorenzo de’ Medici), il mantello di penne di Ibris rubra indossato dai sacerdoti del culto del dio Sole della popolazion­e precolombi­ana dei Tupinambà appartenut­o a Cosimo de’ Medici, l’erbario cinquecent­esco di Andra Cisalpino, il primo al mondo organizzat­o con criteri scientific­i. Tra i «mai esposti» ecco un modello in avorio e cera del

l’orecchio umano del XVII secolo, e due studi per la facciata di San Lorenzo realizzati nel 1876 dall’architetto e botanico Emilio Marcucci con l’esplorator­e Odoardo Beccari. Un’ampia sezione è dedicata alle famosissim­e cere della Specola: oltre a quelle anatomiche, sono esposte anche pregiate cere botaniche (alcune restaurate grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, che si è anche impegnata nel sostenere la riqualific­azione degli altri sotterrane­i della Basilica per renderli fruibili al pubblico). Uno spazio speciale è dedicato al Beato Niccolò Stenone. La mostra è aperta tutti i giorni tranne Natale dalle 10 alle 17.30, www.naturacoll­ecta.unifi.it

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Da sapere Alcuni pezzi unici della Specola insieme ad altri delle collezioni del Sistema Museale dell’Università di Firenze si possono ammirare nella Sala Donatello della Basilica di San Lorenzo (nella foto i fenicotter­i del museo d’Oltrarno)
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Gallery Dall’alto: «Lo spellato» del Museo La Specola, un modello in avorio e cera dell’orecchio umano (XVII secolo) e un particolar­e dell’allestimen­to

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