Corriere Fiorentino

A Palazzo Pitti elogio delle scarpe dagli antichi a oggi

Al Museo della Moda la prima esposizion­e che racconta come i calzari antichi hanno influenzat­o il gusto del Novecento. Ottanta pezzi, dalle robuste caligae dei romani fino alle scarpe di Ferragamo e i modelli realizzati per il cinema

- di Chiara Dino

Un piede, poi un altro e un altro ancora si rincorrono al Museo della Moda. È una mostra per feticisti questa che, curata da Lorenza Camin e Fabrizio Paolucci sotto la supervisio­ne di Caterina Chiarelli, da oggi al 19 aprile racconta ai visitatori la fortuna che le calzature dell’antichità hanno avuto nel Novecento — al cinema come tra i grandi stilisti — calcando la mano sul potere erogeno delle sagome affusolate di caviglie ed estremità del corpo, soprattutt­o femminile, sin dalla notte dei tempi. Quando, cosa che accade anche oggi, uno sguardo veloce ai calzari dava conto di chi si aveva di fronte: se uomo o donna, se libero o schiavo, se ricco o povero, se soldato o semplice cittadino.

Apprendiam­o per esempio, da questa mostra, — Ai piedi degli dei è il titolo — che lo stesso Cicerone, nell’intento di evidenziar­e il cambio di status sociale di qualcuno, usava la locuzione mutavit calceos. Chi diveniva senatore nell’antica Roma aveva dei calcei (dei sandali) con quattro stringhe anziché due. Le opere esposte, 80 circa, prediligon­o i pezzi di archeologi­a, diciamo la genesi del feticismo applicato ai calzari. Lorenza Camin, vera anima di questa mostra, fortemente voluta dal direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, è un’archeologa e si vede. Pezzi bellissimi e di gran pregio si susseguono nelle prime sale del percorso espositivo grazie alle quali apprendiam­o molti dettagli e messaggi insiti nella scelta della calzatura indossata: ci sono vasi attici (quelli a figure rosse) che mostrano varie tipologie di crepida, ossia quel sandalo realizzato con listelli di pelle variamente intrecciat­i, di kroupedion, odierni infradito, o di tyrrenika, anch’essi sandali infradito ma di origine etrusca.

Frammenti di bronzi e di marmi mostrano vari modelli di caligae, gli stivali militari usati da soldati dell’esercito romano che coprivano il collo del piede e la caviglia e che spesso erano corredati di calze e di chiodi sotto le suole per rendere più agevole la marcia. A un certo punto ecco un paio di scarpe appartenut­e a una prostituta greca le cui suole sono dotate di un’incisione dove si legge la parola: «seguimi». Tanti i prestiti: tra questi i pezzi più emozionant­i sono le scarpe originali, calzate da soldati romani, rinvenuti a nord dell’Inghilterr­a, nel sito archeologi­co di Vindolanda, vicino al vallo di Adriano. Un luogo che ha restituito circa 7.000 calzari, databili tra il I e il IV secolo d.C., che danno la misura della complessit­à di modelli in uso a quel tempo. Una sala è dedicata alla celebrazio­ne di antichi calzolai. Con stele funerarie che celebrano chi, di quest’arte artigiana, aveva dedicato con orgoglio una vita.

Poi a metà del percorso espositivo ecco una sala multimedia­le — con spezzoni di celebri film in costume — da Il Gladiatore con Russell Crowe a Cleopatra con Elizabeth Taylor per fare degli esempi — seguiti dalle stesse calzature originali indossate

dai protagonis­ti sui set dei kolossal, e realizzati in Italia dalla ditta Pompei, che tutt’ora produce scarpe per Hollywood. Infine la sezione della moda recente, quella novecentes­ca, con pezzi di Salvatore Ferragamo — bellissimi i sandali alati che richiamano alla memoria la figura di Mercurio.

Da museo è il sandalo in raso rosso e cristalli Swarovski di René Caovilla del 2000 e quasi scultorei sono quelli in pelle di Donna Karan del 2007. Sono le uniche due paia di scarpe coi tacchi, «una novità — ha spiegato la curatrice — nata con Caterina dei Medici che, per prima, per le sue nozze, si fece realizzare delle scarpe che ne slanciasse­ro la figura».

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Da sinistra: Fabrizio Paolucci, Eike Schmidt e Lorenza Camin davanti a piede sinistro di statua colossale con crepida
Da sapere Da sinistra: Fabrizio Paolucci, Eike Schmidt e Lorenza Camin davanti a piede sinistro di statua colossale con crepida
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 ??  ?? Gallery Dall’alto: la sala multimedia­le dedicata alla proiezione dei kolossal sull’antichità in costume. Un vaso attico e le scarpe alate ispirate a Mercurio di Ferragamo Foto: Santoni/Sestini
Gallery Dall’alto: la sala multimedia­le dedicata alla proiezione dei kolossal sull’antichità in costume. Un vaso attico e le scarpe alate ispirate a Mercurio di Ferragamo Foto: Santoni/Sestini

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