«Così salviamo la prateria della Calvana»
Un territorio ricco di praterie dove di giorno scorrazzano decine di cavalli selvaggi, si possono avvistare rettili e anfibi come l’ululone, simile ad una ranocchia dal ventre giallo, o la salamandra occhialuta, mentre al calar del sole sono i chirotteri e il lupo a muoversi nella notte. È la Calvana, adagiata nelle pieghe montuose tra Prato e Vaiano, passerella naturale verso l’Appennino che confina tra la Val di Bisenzio e la Val di Marina, la terra selvaggia che un gruppo di veterinari, fotografi e guide ambientali ha accolto sotto la propria ala protettiva creando l’associazione «Sviluppo e salvaguardia della Calvana» presentata ieri con una serata di beneficenza all’Ostello Tasso di Firenze.«Questo luogo — racconta Agnese Santi veterinaria e presidentessa della neonata Associazione — ha caratteristiche geologiche particolar dove fauna e piante vivono incontaminate. La nostra associazione vuole proteggere questo ambiente. Penso ai cavalli che negli anni vivendo qua, si sono rinselvatichiti vivendo allo stato brado. Già da volontari abbiamo provveduto a soccorrerli nei periodi di siccità. Adesso ancora di più organizzeremo iniziative utili a raccogliere fondi anche per dare visibilità a tutto il territorio». L’associazione ha già in ponte una serie di eventi. «Come fotografa — racconta Ottavia Poli, socia e appassionata di cavalli — assieme ad una guida escursionistica organizzerò workshop fotografici per chi desidera vedere questi incredibili animali nel loro habitat senza creare loro disturbo». E non mancheranno visite guidate e attività da svolgere con i network di piccole aziende del territorio. «Mentre per il prossimo anno è in ponte la realizzazione di un documentario e la realizzazione di un calendario: protagonisti cavalli e paesaggi mozzafiato».