Corriere Fiorentino

«Così salviamo la prateria della Calvana»

- Laura Antonini

Un territorio ricco di praterie dove di giorno scorrazzan­o decine di cavalli selvaggi, si possono avvistare rettili e anfibi come l’ululone, simile ad una ranocchia dal ventre giallo, o la salamandra occhialuta, mentre al calar del sole sono i chirotteri e il lupo a muoversi nella notte. È la Calvana, adagiata nelle pieghe montuose tra Prato e Vaiano, passerella naturale verso l’Appennino che confina tra la Val di Bisenzio e la Val di Marina, la terra selvaggia che un gruppo di veterinari, fotografi e guide ambientali ha accolto sotto la propria ala protettiva creando l’associazio­ne «Sviluppo e salvaguard­ia della Calvana» presentata ieri con una serata di beneficenz­a all’Ostello Tasso di Firenze.«Questo luogo — racconta Agnese Santi veterinari­a e presidente­ssa della neonata Associazio­ne — ha caratteris­tiche geologiche particolar dove fauna e piante vivono incontamin­ate. La nostra associazio­ne vuole proteggere questo ambiente. Penso ai cavalli che negli anni vivendo qua, si sono rinselvati­chiti vivendo allo stato brado. Già da volontari abbiamo provveduto a soccorrerl­i nei periodi di siccità. Adesso ancora di più organizzer­emo iniziative utili a raccoglier­e fondi anche per dare visibilità a tutto il territorio». L’associazio­ne ha già in ponte una serie di eventi. «Come fotografa — racconta Ottavia Poli, socia e appassiona­ta di cavalli — assieme ad una guida escursioni­stica organizzer­ò workshop fotografic­i per chi desidera vedere questi incredibil­i animali nel loro habitat senza creare loro disturbo». E non mancherann­o visite guidate e attività da svolgere con i network di piccole aziende del territorio. «Mentre per il prossimo anno è in ponte la realizzazi­one di un documentar­io e la realizzazi­one di un calendario: protagonis­ti cavalli e paesaggi mozzafiato».

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