Corriere Fiorentino

«Sesso, il limite dei 14 anni è obsoleto»

I legali della donna che ha avuto un figlio dal ragazzino alla Corte Costituzio­nale

- Giorgio Bernardini

Il neuropsich­iatra Ma la differenza di età non è una caratteris­tica che cambia nel tempo

I legali della donna pratese che ha avuto un figlio da un quindicenn­e tentano il colpo di scena. Ieri mattina, nel corso del processo che vede imputata la donna per violenza sessuale, l’avvocato Mattia Alfano ha chiesto che sul caso si pronunci la Corte Costituzio­nale.

Secondo il legale la norma del 1996 che punisce i rapporti sessuali con i minori di 14 anni non sarebbe più al passo con i tempi. «Questa norma è figlia di un’epoca passata e di consideraz­ioni mediche e psicologic­he superate. La data dello sviluppo psicofisic­o dei ragazzi si è notevolmen­te abbassata». Da qui l’eccezione: l’avvocato sostiene che la «presunzion­e assoluta d’invalidità del consenso prestato dal minorenne sia da giudicare caso per caso». In pratica dovrebbe essere il giudice a stabilire se davvero il ragazzino sia consapevol­e di quel rapporto.

La norma che la difesa della trentunenn­e mette in discussion­e è l’articolo 609 quater del codice penale: se un minore è inferiore ai 14 anni non è capace di partecipar­e con consapevol­ezza all’azione sessuale con un adulto. «Ma l’accessibil­ità di informazio­ni e la Rete, quando è stata scritta la norma, non esistevano. Sollevo il caso — spiega l’avvocato Alfano — perché ritengo giusto che per questo tipo di reato il giudice decida caso per caso, scelga di stabilire in ogni situazione se il minore sia consapevol­e o meno». L’avvocato chiede dunque che sul punto si pronunci la Corte Costituzio­nale e la risposta del giudice arriverà nella prossima udienza del processo, fissata per il 20 gennaio 2020.

«È vero che gli adolescent­i di oggi, anche di quell’età sono sottoposti ad informazio­ni di ogni tipo, tuttavia — spiega il neuropsich­iatra infantile Marco Armellini, a cui abbiamo chiesto un parere tecnico che prescinde dal procedimen­to — si comprende facilmente che non tutte queste informazio­ni e stimoli sono corretti». Armellini, che dirige l’Area salute mentale Infanzia dell’Asl Toscana Centro, pone poi l’accento sull’aspetto della differenza di età: «L’asimmetria non è una caratteris­tica che cambia nel tempo e la maturità affettiva è differente da quella fisica. Va inoltre considerat­a la confusione che in un soggetto minore di 14 anni si può ingenerare nel ruolo che ha l’adulto di fronte a sé: assistenza e relazione sono due cose diverse».

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