Corriere Fiorentino

RIFIUTI, I RITARDI DELLA TOSCANA

- Di Alfredo De Girolamo*

Si presenta in chiaroscur­o la Toscana dei rifiuti urbani, secondo i dati del Rapporto 2019 di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell’Ambiente. La produzione di rifiuti torna a crescere (+1,8%, pari a 40.000 tonnellate e in linea con la media nazionale del +2%) dopo l’arretramen­to registrato nell’anno precedente. Un dato comune peraltro a quasi tutte le regioni italiane, pur in presenza di un moderato aumento del Pil, che conferma la scelta prudente delle nostre previsioni per i prossimi anni e che fa riflettere sull’efficacia delle politiche di prevenzion­e messe in campo finora a livello europeo. La Toscana si conferma la seconda regione per produzione pro capite di rifiuti (612 kg/ab/anno) dopo l’Emilia Romagna (660 kg/ab/anno) ed è in crescita nella raccolta differenzi­ata, che balza al 56,1% (+2,1%) con ottimi risultati in molti centri medio piccoli, ma a Firenze, Prato, Lucca e Pisa. Se abbiamo un dato leggerment­e inferiore alla media nazionale come percentual­e, siamo nelle prime posizioni per raccolta differenzi­ata pro capite (344 kg/ab/anno contro una media nazionale di 291). Il tasso effettivo di riciclo dovrebbe quindi essere intorno al 45-48%, molto vicino al target del 50% al 2020. Quanto agli impianti, invece, i dati sono meno positivi. La Toscana esporta 156.000 tonnellate di frazione organica differenzi­ata fuori regione, peraltro non limitrofe, per mancanza di impianti, e non decollano quelli di digestione anaerobica. Il flusso di rifiuti indifferen­ziati viene sostanzial­mente gestito in impianti di selezione o Tmb, in tutto una decina e che trattano poco meno di un milione di tonnellate. I rifiuti portati a termovalor­izzazione — solo cinque gli impianti attivi — riguarda poco più di 227.000 tonnellate, pari al 10% dei rifiuti totali. Un valore molto basso rispetto alle attese della nuova direttiva europea (fra il 25 e il 35% del totale). Colma questo vuoto non tanto l’export quanto il ricorso alla discarica, usata per quasi 750.000 tonnellate e pari al 33% del totale, con valori in crescita negli ultimi anni (31% nel 2016, 32% nel 2017). Quanto ai costi, in Toscana è di 200 euro ad abitante l’anno contro una media nazionale di 175, e un costo a tonnellata di 334 euro contro una media nazionale di 350. In sostanza, dalla lettura dei numeri di Ispra, emerge come migliora il riciclo, ma mancano impianti per la gestione della frazione organica e per quelli da portare a termovalor­izzazione, motivo per cui aumenta la quota in discarica. Questi i punti su cui lavorare nei prossimi anni, con il prossimo presidente e la nuova giunta regionale, auspicando la definizion­e di norme nazionali chiare e una regolazion­e da parte di Arera che punti a superare le inefficien­ze.

* Presidente di Confserviz­i Cispel Toscana

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