Il Natale elettorale di Giani «Un’idea per ogni Comune»
Giani, candidato governatore del centrosinistra: un progetto per ognuno dei 273 Comuni. Parlerò con la sinistra, sarò l’equilibrio tra Pd e Italia Viva
Neanche un giorno di pausa per Natale, un programma già pronto (lavoro, transizione ecologica, per tagliare le liste d’attesa analisi «anche il sabato e la domenica»). E in questa corsa (mai interrotta da quando è diventato presidente del Consiglio regionale), Eugenio Giani — candidato del centrosinistra per le Regionali 2020 — ha già pronto «un progetto per tutti e 273 i Comuni della Toscana». Resta il nodo politico del mancato accordo con la sinistra, ancora indispensabile — dicono i sondaggi — per sconfiggere il centrodestra. «I toscani — risponde Giani — devono votare il candidato presidente. Ma il mio dialogo con la sinistra resta ancora aperto».
Eugenio Giani, lei da sabato scorso è candidato ufficiale del centrosinistra: ma l’impressione è che lei sia candidato da 5 anni, guardando a quanto ha girato la Toscana. Non è già «un po’ stanchino», come direbbe Forrest Gump?
«No, è ora che devo mettere il massimo dell’impegno».
Vabbé, oggi fa gli auguri al Puccini e poi si ferma qualche giorno, no?
«No: dopo andrò ad Abbadia San Salvatore, farò un sopralluogo alla Cassia per vedere i danni della frana. E se torno presto dopo le “fiaccole” andrò alla messa in Duomo». Per Natale si ferma? «Prima sarò alla sala operativa della protezione civile per salutare gli operatori. Poi...».
(Proviamo a trovare un giorno libero fino al 30, ci rinunciamo: Giani, presidente del Consiglio regionale, scelto dal Pd e da 14 altre forze di centrosinistra, è molto di più del loro candidato: non ha fatto solo l’agenda politica della coalizione, ma pure il calendario in vista delle elezioni regionali del maggio 2020).
Giani, da mesi i partiti di centrosinistra si confrontano sul programma, ma ad oggi non è stato spiegato pubblicamente. Quali sono le tre priorità per lei?
«Primo, la Toscana del lavoro. Va ricreato un rapporto di fiducia con i cittadini, con una Toscana che incrementa le possibilità di lavoro, che le riqualifica, dando possibilità ai giovani che studiano di realizzarsi. Garantire i diritti ai lavoratori, con contratti trasparenti ed adeguati al loro impegno. E vanno declinati gli investimenti, pubblici e privati, per rendere la Toscana una regione di maggior benessere». E poi?
«C’è la Toscana della transizione ecologica. Ci vuole un modello di sviluppo che punti, ad esempio, a rendere più elettrica la mobilità, soprattutto nelle grandi città. Che offra grande spazio agli investimenti nella difesa del suolo e contro l’erosione delle coste. Vanno adeguati ai rischi sismici scuole ed uffici pubblici. E realizzate infrastrutture che riducano le emissioni: tramvie, ferrovie, tutto ciò che consenta una maggiore mobilità sostenibile».
La terza quale è?
«Servizi, a partire dalla salute e stili di vita appropriato. E per me c’è un quarto capitolo, cultura e formazione».
La sinistra ha rotto la possibile alleanza proprio sul suo nome. Ma il sondaggio commissionato dal Pd nazionale dice che senza la sinistra lei rischia di perdere.
«Sono assolutamente convinto che quando il 48% degli elettori, come dice quel sondaggio, si orienta positivamente sul mio nome, è perché i toscani mi vedono come un riformista che sta nel centrosinistra. Ed è il candidato presidente che vince, alle Regionali. Sono orgoglioso di avere 15 firme sotto il documento programmatico. Da qui al 6 di gennaio, incontrerò tutte queste forze politiche: c’è da programmare iniziative, le loro e le mie, andare incontro alle loro richieste. E mi farà piacere incontrare Articolo 1- Mdp, e 2020 Toscana a Sinistra, per continuare a confrontarmi con loro: il dialogo, anche con chi non ha ancora detto sì, resta apertissimo. Ma io sono partito».
Scusi, Giani: il Pri, che ha firmato la sua candidatura, conta un po’ di meno di chi a sinistra non l’ha firmata...
«Devo raccogliere voti su Giani, candidato della coalizione di centrosinistra».
L’idea di una lista «sinistra per Giani» composta da amministratori locali e personalità civiche è sempre in piedi?
«Non esiste: io cercherò di lavorare con le 15 sigle che mi sostengono. Varie personalità della sinistra che mi chiedono di sostenermi, le indirizzerò verso le 15 liste esistenti. E ringrazio Graziano Cioni per il suo sostegno. Se sono bravi, mi presento anche con 15 liste. Rispetto la loro autonomia».
Anche in Toscana Pd e Italia Viva hanno iniziato a litigare per poi fare pace e poi litigare di nuovo... non teme di diventare prigioniero di questa guerriglia?
«Assolutamente no: farò una campagna elettorale in cui il punto di riferimento e la sintesi sono io. Spenderò la parola di mediazione e conciliazione per far sentire tutti una squadra. A partire dal programma, condiviso con loro».
Pure il Pd è diviso al suo interno: su Peretola tra Firenze, Prato e i Comuni della Piana. Idem sul nuovo stadio, tra Campi e Firenze.
«Per quanto riguarda la Piana, dobbiamo stare tutti ad un tavolo — a partire dai sindaci che hanno tutti un colore di centrosinistra — per poter costruire una sorta di “conferenza di programmazione” degli interventi che faccia sentire tutti partecipi. Per fare un esempio, il ponte tra Signa e Lastra, è una priorità. Se verrò eletto, partirò incontrando tutti i sindaci dei Comuni capoluoghi di provincia, ma prima andrò dai sindaci di Signa e Lastra. Con Emiliano Fossi, sindaco di Campi, dovremo dare una indicazione di priorità a partire dal parco della Piana. Con quelli di Prato e Firenze, Matteo Biffoni e Dario Nardella, dovremo subito decidere come collegare con un trasporto pubblico, aggiuntivo alla ferrovia pedecollinare, Peretola e la zona del museo Pecci, con un collegamento diretto che si intrecci col percorso dell’autostrada».
E la nuova pista di Peretola?
«È già fatta».
Beh, se viene bocciata dal Consiglio di Stato, come sperano i Comuni della Piana e Prato, diciamo che diventa complicato farla...
«Sono convinto che il buon senso prevale sempre: il Consiglio regionale ha deciso 8 anni fa, io l’aeroporto lo do già fatto».
C’è una Toscana a due velocità: il centro, Firenze, Pisa, che viaggiano come il nord Italia. La costa è diventata il nostro meridione: come intervenire?
«Credo molto nella Toscana diffusa, nella valorizzazione che non passa solo dalla divisione tra le “due Toscane”. Cioè intervenire sui piccoli e medi Comuni per disincentivare l’esodo della popolazione verso le aree interne, mantenendo efficienti i servizi, incentivando le attività economiche in agricoltura, turismo, piccola e media impresa, a partire dall’artigianato».
Lei chi preferirebbe come avversario del centrodestra?
«Mi è indifferente: guardo agli interessi dei cittadini toscani. Dovrò fare proposte che sono in grado di mantenere. E ne farò una ad hoc per ciascuno dei 273 Comuni della Toscana. Le presenterò tutte, i cittadini mi valuteranno sul rispetto delle promesse».
Gli vengono chiesti grandi cambiamenti nella sanità: che fare sulle liste di attesa?
«Le misure tecniche per cancellarle ci sono: far lavorare il sabato e la domenica, maggiore responsabilizzazione dei medici di famiglia che possono dare una prima risposta alleggerendo le richieste. Ma c’è un elemento motivazionale: dobbiamo far ritrovare fiducia e senso di appartenenza agli operatori della sanità, dagli infermieri agli specialisti affermati. Perché comunque la sanità toscana è tra le prime tre d’Italia».
Che giudizio dà sui 10 anni di governo regionale di Enrico Rossi?
«Ha fatto sostanzialmente un buon lavoro. Saranno i mesi successivi alle elezioni che diranno dove le cose sono soddisfacenti e dove vi è da dare una spinta. La Toscana si presenta oggi come una delle Regioni meglio amministrate. Io credo che si debba però, una volta approvata la legge Boccia sulle autonomie regionali, ripartire con quella Toscana: anche la nostra Regione può esserlo nel novero di quelle propositive, come Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Partendo da una autonomia nei beni culturali, nella questione energetica e geotermia, nella gestione delle infrastrutture viarie. E nella capacità di autoorganizzazione del sistema della formazione, per adattarlo al nostro sistema di imprese».
Sceglierà il suo o la sua vice prima delle elezioni?
«Non lo so: il rapporto di reciproca fiducia nasce dalla campagna elettorale».
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Gli obiettivi
Lavoro, transizione ecologica e servizi, a cominciare dalla sanità: contro le liste d’attesa analisi anche la domenica e responsabilizzazione dei medici di base ❞
Tutti i nodi della Piana Dobbiamo mettere i sindaci intorno ad un tavolo e aprire una sorta di «conferenza di programmazione»: tutti devono sentirsi partecipi