Bini Smaghi: «Più peso dei privati al Pecci»
Il neo presidente Bini Smaghi: gli sponsor dovranno superare i finanziamenti pubblici
Il nuovo presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, l’ente che sovrintende il Centro Pecci di Prato, è Lorenzo Bini Smaghi. «Il principale lavoro sarà coinvolgere i privati della città e della regione e arrivare a far sì che il loro finanziamento superi quello pubblico». Sembra aver le idee chiare l’economista fiorentino, che si è presentato ieri nella sede del museo: una dichiarazione di intenti che mira a capovolgere i canali di finanziamento del Centro. Bini Smaghi mette da parte il suo proverbiale aplomb per andare al cuore del concetto, probabilmente una delle moche ha guidato la scelta del Comune di Prato verso il suo corteggiamento: «Vi avviso — ha detto — verremo a rompere le scatole a tutti: con l’aiuto dei pratesi e dei toscani faremo un grande lavoro per investire sul contemporaneo, che è la base per pensare al futuro, il motivo principale per cui ho accettato questa sfida». Il museo ha un bilancio di circa 3 milioni di euro, di cui 2 provengono dal finanziamento da enti pubblici: il Comune ha versato quest’anno 1,2 milioni di euro, la Regione 800 mila ed entrambi gli enti hanno confermato ieri l’investimento anche per il 2020. Ciò che vuol mettere in campo Bini Smaghi, primo presidente della Fondazione di Palazzo Strozzi dal 2006 al 2016, è dunque il ribaltamento del peso tra pubblico e privato. «Faccio i complimenti al Comune per la grande qualità nella scelta delle nomine del Consiglio d’amministrazione, fatte proprio nel segno dell’attenzione ai privati». I nuovi membri del Cda, in carica per tre anni, sono l’imprenditore Gherardo Biagioni, il direttore artistico di Contemporanea Edoardo Donatini, il manager della cultura Jacopo Gorie l’imprenditore Alessio Marco Ranaldo. Bini Smaghi succetivazioni de a Irene Sanesi, che ha guidato la Fondazione dalla sua nascita, quattro anni fa, nel periodo più delicato: quello di rilancio del museo rinnovato, quello «dell’effetto Pecci» con cui l’impresa culturale ha tentato di contagiare la città. Sanesi, presente al passaggio di consegne, ha incassato il plauso di tutti i protagonisti della scena culturale cittadina: dal sindaco Matteo Biffoni all’assessore competente Simone Mangani, sino all’assessore regionale Monica Barni e alla direttrice del museo Cristiana Perrella. «Quest’anno, fatto di 12 piccoli e grandi eventi espostivi, si chiude nel migliore dei modi», ha detto augurando buon lavoro al nuovo Consiglio d’amministrazione. E annunciando che nel 2020 ripartiranno le rinomate attività didattiche del Pecci per i bambini, inaugurate un trentennio fa da Bruno Munari.
❞ Vi avviso, verremo a rompere le scatole a tutti Ho accettato perché si guarda al futuro