Corriere Fiorentino

Bini Smaghi: «Più peso dei privati al Pecci»

Il neo presidente Bini Smaghi: gli sponsor dovranno superare i finanziame­nti pubblici

- Giorgio Bernardini

Il nuovo presidente della Fondazione per le Arti Contempora­nee in Toscana, l’ente che sovrintend­e il Centro Pecci di Prato, è Lorenzo Bini Smaghi. «Il principale lavoro sarà coinvolger­e i privati della città e della regione e arrivare a far sì che il loro finanziame­nto superi quello pubblico». Sembra aver le idee chiare l’economista fiorentino, che si è presentato ieri nella sede del museo: una dichiarazi­one di intenti che mira a capovolger­e i canali di finanziame­nto del Centro. Bini Smaghi mette da parte il suo proverbial­e aplomb per andare al cuore del concetto, probabilme­nte una delle moche ha guidato la scelta del Comune di Prato verso il suo corteggiam­ento: «Vi avviso — ha detto — verremo a rompere le scatole a tutti: con l’aiuto dei pratesi e dei toscani faremo un grande lavoro per investire sul contempora­neo, che è la base per pensare al futuro, il motivo principale per cui ho accettato questa sfida». Il museo ha un bilancio di circa 3 milioni di euro, di cui 2 provengono dal finanziame­nto da enti pubblici: il Comune ha versato quest’anno 1,2 milioni di euro, la Regione 800 mila ed entrambi gli enti hanno confermato ieri l’investimen­to anche per il 2020. Ciò che vuol mettere in campo Bini Smaghi, primo presidente della Fondazione di Palazzo Strozzi dal 2006 al 2016, è dunque il ribaltamen­to del peso tra pubblico e privato. «Faccio i compliment­i al Comune per la grande qualità nella scelta delle nomine del Consiglio d’amministra­zione, fatte proprio nel segno dell’attenzione ai privati». I nuovi membri del Cda, in carica per tre anni, sono l’imprendito­re Gherardo Biagioni, il direttore artistico di Contempora­nea Edoardo Donatini, il manager della cultura Jacopo Gorie l’imprendito­re Alessio Marco Ranaldo. Bini Smaghi succetivaz­ioni de a Irene Sanesi, che ha guidato la Fondazione dalla sua nascita, quattro anni fa, nel periodo più delicato: quello di rilancio del museo rinnovato, quello «dell’effetto Pecci» con cui l’impresa culturale ha tentato di contagiare la città. Sanesi, presente al passaggio di consegne, ha incassato il plauso di tutti i protagonis­ti della scena culturale cittadina: dal sindaco Matteo Biffoni all’assessore competente Simone Mangani, sino all’assessore regionale Monica Barni e alla direttrice del museo Cristiana Perrella. «Quest’anno, fatto di 12 piccoli e grandi eventi espostivi, si chiude nel migliore dei modi», ha detto augurando buon lavoro al nuovo Consiglio d’amministra­zione. E annunciand­o che nel 2020 ripartiran­no le rinomate attività didattiche del Pecci per i bambini, inaugurate un trentennio fa da Bruno Munari.

❞ Vi avviso, verremo a rompere le scatole a tutti Ho accettato perché si guarda al futuro

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Primo piano L’economista Lorenzo Bini Smaghi nelle sale del Centro Pecci di Prato

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