Corriere Fiorentino

Lei e l’ingegnere fatto all’uncinetto

- Di Enzo Fileno Carabba

La parola «ingegnere» le faceva venire in mente un tipo brutto, con una grande testa e gli occhialini. Così, quando le proposero di incontrarn­e uno, Antonella non si presentò all’appuntamen­to. Per di più questo ingegnere veniva da Genova. Antonella era già stata fidanzata con uno straniero e aveva rilevato numerose imperfezio­ni. Al quarto appuntamen­to andò e vide che Giacomo nonostante fosse ingegnere era bellino, con la testa ben fatta, senza occhiali, con i capelli, aveva tutto. Perfino la giovinezza. Dunque non era vero che gli ingegneri nascevano vecchi. Infine: lui veniva da Genova nel senso che lavorava lì, ma era toscano. Anche Giacomo guardò bene Antonella: indossava una tuta nera col cappuccio, sembrava Eva Kant mora, e aveva, secondo lui, una magnifica testa fuori misura. Questo interesse per la dimensione delle teste li accomunava. A cena Giacomo parlò di galateo, aveva fatto l’accademia come ufficiale della marina ed era compito. Lei, detta dagli amici «Venturini perfettini» fu affascinat­a da quei modi. Tutti i fine settimana Giacomo andava a San Gimignano per seguire i lavori di ristruttur­azione di una casa. Antonella andò per vedere Giacomo all’opera e gli pulì le scarpe. Lui dormì nel seminterra­to chic di Antonella. Lei andò a trovarlo a Genova. Lui, uomo del toro, desideroso di solide basi, si era subito comprato la casa. Un appartamen­to dentro l’acciaieria di Corniglian­o, a pochi metri dal ponte poi crollato. Non si poteva aprire la finestra. Quando Antonella tendeva i panni diventavan­o neri. Andarono in Turchia e una compagna di viaggio, colpita dalla grazia di Giacomo, disse: «Ma è un uomo fatto con l’uncinetto». Sotto un ponte di Istanbul un ambulante liberò un criceto, che entrò in una scatola e prese un biglietto. L’ambulante lo lesse e disse a Giacomo: «Cambierai lavoro». Tornato in Italia, Giacomo in venti minuti decise di andare a Milano. Antonella disse: «Basta. La nostra storia è finita» non ricorda bene perché. Forse Milano era troppo lontana. Ma lui a forza di lavorare di uncinetto la avvicinò. Un amico di Antonella la chiamò e le chiese: «Ti sei liberata di quel tipo con cui litigavi di continuo?». Lei rispose: «Ma lo sai che forse me lo sposo?». Non è vero che litigano: sempliceme­nte, se lui vuole passare da una strada lei ne preferisce un’altra. Lui è tranquillo, pacato, ragionevol­e, sicuro. Lei a volte è piena di dubbi e vuole condivider­li come certezze. Ma sui temi importanti sono sempre d’accordo e insieme sono capaci di attraversa­re grandi tempeste. Hanno adottato Tommy quando aveva 40 giorni, e ora ha 17 anni.

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Insieme Antonella e Giacomo
cronaca@ corrierefi­orentino.it Insieme Antonella e Giacomo

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