Corriere Fiorentino

Marino Marini, la Fondazione licenzia due dipendenti Il sindaco di Pistoia: assurdo

Pistoia, la Fondazione: «La loro posizione è superflua, visto che non si può integrare le attività con Firenze»

- di Matteo Lignelli

Quando i dipendenti del museo Marino Marini hanno letto il mittente della raccomanda­ta, non hanno avuto bisogno di aprire la busta per capire di cosa si trattasse. Da quando, il 16 dicembre il consiglio d’amministra­zione della Fondazione Marini ha deliberato l’interruzio­ne di ogni attività, il rischio di un taglio del personale si era fatto concreto. Un mese dopo, il presidente Paolo Pedrazzini ha spedito da Locarno le prime due lettere di licenziame­nto, arrivate venerdì. Dal 5 febbraio lasceranno il loro posto la responsabi­le del coordiname­nto di eventi e didattica e il responsabi­le dell’archivio e della collezione, al palazzo del Tau rispettiva­mente da 25 e 15 anni. «Superflua e inutile — si legge — la loro posizione, in virtù dell’attuale oggettiva impossibil­ità di portare a compimento il già programmat­o progetto di integrazio­ne delle attività della Fondazione Marino Marini con quelle della Fondazione Marini San Pancrazio di Firenze». Quindi il ricongiung­imento del patrimonio in unico museo fiorentino.

Pedrazzini scrive che sarà mantenuta solo un’altra posizione «di carattere amministra­tivo ed esecutivo, attualment­e ricoperta dalla dipendente con contratto part time». Non è chiaro, quindi, il futuro delle altre due persone che lavorano al museo: una terza lavoratric­e e la direttrice Maria Teresa Tosi, che non ha ancora ricevuto alcuna comunicazi­one. Nella missiva è scritto che la Fondazione ritiene «del tutto illegittim­o (ed in primis viziato da grave eccesso di potere)» il vincolo pertinenzi­ale posto dalla Soprintend­enza e «sta procedendo a impugnarlo nelle opportune sedi giudiziari­e». Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha risposto, a seguito di un parere legale dell’avvocato Alessio Colomeiciu­c, presentand­o un esposto in Prefettura in cui si contesta la legittimit­à della decisione della Fondazione di spostare le opere a Firenze e sospendere l’attività. «Un atto che stravolge la vita delle persone, che non è stato minimament­e comunicato al Cda, di cui sono membro» ha invece detto Tomasi sui licenziame­nti. Nelle prime settimane del nuovo anno, numerose come non mai le visite al museo nonostante sia stato oscurato ogni canale di comunicazi­one. Il sito risulta «in costruzion­e» da oltre una settimana e le pagine Facebook e Instagram non sono aggiornati da dicembre.

L’ira del sindaco

Tomasi: un atto che stravolge la vita delle persone e che non è stato minimament­e comunicato al Cda, di cui sono membro

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Uno dei sit in davanti al museo Marini

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