Corriere Fiorentino

«I cittadini facciano la loro parte controllan­do pietra per pietra»

- Di Pietro De Marco

Caro direttore, la esemplare lezioneint­ervento dell’amico Francesco Gurrieri va recepita in pieno. Ovunque, nella Firenze anche esterna alle mura, l’asfalto spiace, nel cuore storico è inaccettab­ile. Va reso atto al Comune di procedere per il centro, lentamente, in questa direzione. Aggiungere­i due note pratiche per noi cittadini. La prima, è che la sistematic­ità e la costanza di recuperi di zone pavimental­i alla pietra, e di manutenzio­ni conformi, va favorita dai cittadini con convinzion­e; sarebbe malauguran­te se d’istinto si pensasse: «Ma asfaltiamo e via!». La seconda è che lo stato di danneggiam­ento, vero e verificabi­le ovunque, di punti della pavimentaz­ione litica, esige un sistema più «tradiziona­le» (pressoché quotidiano) di controllo e intervento manutentiv­o.

Cosa che non avviene, neppur lontanamen­te. Non sono ingenuo: è prassi difficile e costosa; esige personale dedicato e competente (ovvero artigianal­e). Qui entra in gioco, sul lato del controllo, la correspons­abilità di tutti noi. Costituisc­a il Comune una semplice interfacci­a (online) tra cittadini e assessorat­o competente, ove si possa facilmente (col cellulare) segnalare condizioni di degrado e pericolo, ma sia certo che la segnalazio­ne venga opportunam­ente registrata. In piazza Savonarola da tempo immemorabi­le il marciapied­e est (lato lungo) è interrotto da una sorta di effetto di faglia che crea una cresta insidiosis­sima. Fastidiosa per un giovane e per un adulto, faticosa per qualsiasi anziano, pericolosa per un ipovedente e per una carrozzina, per tutti rischiosa col buio. Immagino la reazione tipicament­e fiorentina, tra lo spiritoso e il teppistico (come scrissi anni fa): «L’hann’a passare da n’antra parte!»; però poi muore qualcuno. Abbiamo il dovere di segnalare le buche, che magari buche non sono, ma non cambia la pericolosi­tà; e di chiedere al Comune, per l’incolumità dei singoli e la dignità della città (che è realtà ogni ora contemplat­a, sotto lo sguardo del mondo), monitoragg­io e cura costante. Chiederlo con la coscienza di contribuir­e a sollevare l’amministra­zione, in una qualche misura, da una quasi impraticab­ile capillarit­à di un controllo pietra per pietra che noi, ognuno per il suo marciapied­e, può invece fare. Molti anni fa, sotto una giunta esemplare per il disinteres­se riservato al centro storico, ero in via dell’Acqua. Una signora più giovane accompagna­va un’anziana nell’attraversa­re la strada, nei modi con cui si attraversa un torrente, da punta di sasso a punta di sasso. La giovane diceva, consolator­ia: «Sa, e’ le son strade antiche!». E l’anziana: «Ma che antiche e antiche! L’è ma i’ sindaco!» con quel simpatico «ma» fiorentino, che conserva il significat­o del magis latino («piuttosto»). Lo ricordi il sindaco; mi chiedo però se le due signore si erano mai prese la briga di segnalare, oltre che di condolersi.

❞ Abbiamo il dovere di segnalare e di chiedere al Comune di assicurare l’incolumità dei singoli e la dignità della città

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Lo stato delle pietre in piazza D’Azeglio
 ??  ?? La cresta sul marciapied­e est di piazza Savonarola
La cresta sul marciapied­e est di piazza Savonarola
 ??  ?? Francesco Gurrieri contro le asfaltatur­e sul «Corriere Fiorentino» di sabato
Francesco Gurrieri contro le asfaltatur­e sul «Corriere Fiorentino» di sabato

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