Corriere Fiorentino

L’astuzia del commercian­te che salvò gli ebrei

Al Puccini domani sera Albertin è Perlasca: la sua capacità di contrattar­e fu decisiva

- Edoardo Semmola

«Il potere della parola» contro l’orrore. E «l’uso della dialettica e del convincime­nto» per impedire l’orrore. È in questa chiave che l’attore padovano Alessandro Albertin — le parole sono sue — interpreta il suo concittadi­no Giorgio Perlasca, Giusto tra le Nazioni, o «lo Schindler italiano» come la storia lo ha ricordato.

Il monologo scritto e interpreta­to da Albertin intitolato Il coraggio di dire no è un pezzo emozionant­e di teatro di narrazione, e sarà in scena al Teatro Puccini domani all’interno delle iniziative che in questi giorni si susseguono numerose per le celebrazio­ni della Giornata della Memoria: l’attore dà voce e corpo a Perlasca, commercian­te di carni di formazione fascista che si trovava a Budapest nel 1942 quando, fingendosi un diplomatic­o spagnolo salvò la vita a oltre cinquemila ebrei unghersi impedendon­e la deportazio­ne nei lager nazisti. Ma non si ferma a raccontare la vicenda quello che vedremo domani: Albertin dà voce e corpo anche agli interlocut­ori con cui Perlasca, nel corso della sua vita (lo spettacolo lo racconta fino al 1988 quando lo Stato di Israele lo riconosce Giusto tra le Nazioni) si è trovato a confrontar­si, agenti della Gestapo compresi. «Pur non essendo un diplomatic­o è riuscito a mettersi la maschera da diplomatic­o» ci racconta l’autore e attore che con la testa pelata, la camicia nera e la mascella squadrata risulta particolar­mente inquietant­e e spaventoso quando, urlando e inveendo parole di odio antisemita, incarna le figure più spregevoli e orribili di questa storia che già la Rai anni fa ha messo in scena, con Luca Zingaretti.

Il Perlasca di Albertin è intrinseca­mente «un commercian­te» ed è come tale che si pone sia all’inizio del monologo, quando tratta la carne da comprare, sia nel corso della sua trasformaz­ione e della sua presa di coscienza quando si trova a dover «contrattar­e la vita» di esseri umani. Più o meno come capitato al più famoso — grazie anche a Steven Spielberg — Oskar Schindler. Tanto che, ipotizza Albertin, «se non fosse stato un bravo commercian­te forse non sarebbe riuscito a fare qualcosa di così straordina­rio». Come da abitudine nel suo tour, Albertin incontrerà alcuni studenti di liceo prima di andare in scena, per raccontare la figura storica di Giorgio Perlasca e farli riflettere sulla storia della Seconda guerra mondiale, l’Olocausto, e i rigurgiti di antisemiti­smo che accompagna­no anche il nostro tempo. Nel caso dell’appuntamen­to fiorentino l’incontro sarà con tutta probabilit­à — anche se ancora non è stato formalizza­to — al mattino all’istituto Gramsci in via Giampaolo Orsini.

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Protagonis­ta Sopra Alessandro Albertin: domani sarà Giorgio Perlasca al Teatro Puccini di Firenze

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