Prato piange Betti, la donna che salvò il teatro Politeama

Prato è più sola. L’altro ieri notte se n’è andata Roberta Betti, 89 anni appena compiuti. Da alcuni giorni era ricoverata all’ospedale Santo Stefano per problemi respiratori. Betti, imprenditrice di successo, compositrice, persona generosa e d’ingegno, rappresentava l’anima del teatro Politeama. Fu proprio lei, negli anni Novanta, a salvare e rilanciare la struttura dell’antico cinema Banchini di via Garibaldi, realtà che pareva ormai indirizzata a divenire un garage. Dal fervore culturale dell’indomita Betti nacque, nell’89, un comitato cittadino che fece scudo sul Banchini e accompagnò l’edificio verso la rinascita come Politeama. Politeama di cui Betti è stata presidente e primissima sostenitrice. Decine i pratesi che già nei primissimi minuti dell’apertura della camera ardente allestita proprio nei locali del ridotto del teatro hanno voluto portarle un saluto. Tra questi, gli amici della compagnia amatoriale del Burlettone: «Ci diceva sempre di non mollare. Era unica. Infondeva forza in ognuno di noi» dicono commossi. E non poteva mancare Elvira Trentini, quella che per Betti è stata l’amica di una vita: ha la voce rotta dal dolore, la signora Elvira. Ringrazia tutti i presenti, uno a uno. Poi si congeda, portando con sé una montagna di ricordi. Sentito il saluto del sindaco, Matteo Biffoni. Molto legato alla Betti, ha già annunciato la volontà d’intitolarle il «suo» Politeama. Un aneddoto rende l’idea della genuinità d’animo e semplicità di Roberta Betti.«Quando si riuniva il Cda del teatro — racconta una dipendente — lei portava sempre la zuppa di pane. Un momento conviviale per discutere, in armonia, del futuro del teatro». La programmazione teatrale proseguirà anche sabato 25, così come avrebbe voluto lei. La camera ardente oggi sarà aperta con orario 11-23. Venerdì dalle 9. Poi, nel pomeriggio, le esequie nella cattedrale di Santo Stefano.