Corriere Fiorentino

La farmacia da salvare: per l’assessore Martini l’esproprio è l’arma finale

L’assessore: sarebbe l’ultima arma. L’attesa per il Tar sul regolament­o degli esercizi storici

- Passanese

Palazzo Vecchio apre alla possibilit­à di espropriar­e la farmacia di piazza San Felice sotto sfratto, anche se solo «come extrema ratio». Prima il Comune «difenderà il proprio regolament­o sulla salvaguard­ia degli esercizi storici e tutti i vincoli». Soddisfatt­o il comitato pro-farmacia.

Palazzo Vecchio apre all’esproprio della Farmacia di piazza San Felice sotto sfratto. Ma solo «come extrema ratio». Il Comune, che attraverso gli uffici della Direzione Patrimonio sta approfonde­ndo tutti gli aspetti legati all’attività, fa sapere che «difenderà il proprio regolament­o sulla salvaguard­ia degli esercizi storici e tutti i vincoli» su cui pende un ricorso davanti al Tar presentato dalla Palazzo San Felice Srl, proprietar­ia del palazzo che verrà trasformat­o in un resort di lusso, e dei locali che ospitano la farmacia Pitti. «L’espropriaz­ione dei beni culturali — specifica l’assessore Alessandro Martini — è uno strumento eccezional­e ed è di competenza del ministero: una richiesta dell’amministra­zione in tal senso verrà considerat­a nella malaugurat­a ipotesi che il regolament­o comunale venisse annullato dal giudice amministra­tivo». L’idea dell’esproprio era stato avanzato dal comitato pro-farmacia nell’ottobre scorso: una richiesta che trova la sua ragione d’essere nell’articolo 42 della Costituzio­ne. Insomma, la salvezza della storica farmacia fondata nel 1805, sulla quale pende uno sfratto richiesto dalla proprietà e confermato dal Tribunale a fine settembre 2019, potrebbe passare per questo inusuale ma determinan­te strumento, l’esproprio. C’è anche da dire che attualment­e sulla ex Spezieria di piazza San Felice esistono più vincoli: quello apposto dal ministro Ronchey nel 1993 che riguardala destinazio­ne d’uso, quello della soprintend­enza fiorentina sugli arredi e infine i vincoli di Palazzo Vecchio, approvati nel 2018 dal Consiglio comunale. «La scelta del Comune è responsabi­le e nell’interesse della città, che non può permetters­i di perdere il suo patrimonio storico diffuso — dice il presidente del comitato, Giovanni Pallanti — Se il sindaco e l’assessore Martini andranno avanti su questa strada, fanno una cosa coraggiosa perché non si può permettere agli speculator­i di fare ciò che si vuole sulla pelle dei cittadini».

La mossa dell’amministra­zione arriva dopo le sollecitaz­ioni da parte del consiglier­e comunale di Sinistra Progetto Comune, Dimitrij Palagi che, a metà dicembre aveva portato il caso dell’esproprio nel Salone de’ Dugento. «Della risposta arrivata dall’assessore Martini non ci accontenti­amo — attacca Palagi — Presentere­mo una nuova interrogaz­ione e chiederemo l’accesso agli atti perché ci erano state promesse 16 pagine di risposta e oggi (ieri, ndr) ce ne arriva mezza e pure striminzit­a. La necessità è sostenere la battaglia della cittadinan­za, non solo dell’Oltrarno».

Apprezzame­nto

Il comitato: dalla giunta una scelta coraggiosa La sinistra: sostenere la battaglia dei cittadini

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L’ingresso della farmacia
 ?? (foto Santoni/ Sestini) ?? L’ingresso della farmacia di piazza
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(foto Santoni/ Sestini) L’ingresso della farmacia di piazza San Felice parzialmen­te liberato dal cantiere

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