Corriere Fiorentino

«Assenteist­a per non vessare i cittadini»

Lo sconcertan­te interrogat­orio di un vigilino sotto accusa. La Lega: questione morale nel Pd

- Fatucchi, Storni

❞ Sergi Mi sono fatto prendere un po’ la mano dalla voglia di fare soldi Per questo chiedevo contanti agli autisti invece di farli pagare al parcometro

Assenteist­a ma solo per non fare troppe multe e «non vessare» gli autisti. E quella volta che non si è presentato al lavoro per andare a comprare scarpe era solo «una zingarata». Sono alcuni particolar­i dell’interrogat­orio di garanzia di fronte al Gip, nei giorni scorsi, di Vittorio Sergi, uno degli arrestati nell’inchiesta sull’associazio­ne a delinquere tra parcheggia­tori abusivi e ausiliari della sosta della Sas.

La prima giustifica­zione del vigilino è arrivata per le numerose assenze dal servizio contestate nell’inchiesta condotta dalla polizia municipale: «Se io stavo fuori 8 ore, sa le multe, le vessazioni che facevo ai cittadini, praticamen­te non mi bastavano quattro blocchi al giorno». Cioè 200 multe al giorno, in ogni blocchetto ci sono 50 multe. Non solo: era una fatica immane, stare fuori a fare multe nell’orario previsto: «No, una giustifica­zione no, cioè nel senso umano, stare fuori otto ore al freddo, al caldo — ha affermato Sergi davanti al giudice — Se lei vede i vigili stanno fuori tre ore, quattro ore, stare fuori ore è bello pesante, non è una scusante, è una cosa umana». Sulla visita ad un negozio di scarpe durante l’orario di lavoro, Sergi ha risposto: «Si era andati a fare una zingarata». Sui soldi che prendeva direttamen­te dagli autisti invece di fargli pagare il parcometro: «Mi son fatto prendere un pochino dalla voglia di fare qualche soldo». Sergi ha preso però anche cifre dai parcheggia­tori abusivi per evitare di crear loro problemi: «Non era una cosa sistematic­a, un paio di volte li ho presi», «forse 10 o 20 euro».

Altri particolar­i emergono pure per un altro interrogat­orio di garanzia, quello di Nicola Raimondo. Il caporepart­o ha negato si sapere alcunché sulle lunghissim­e pause pranzo (una volta 3 ore invece di 30 minuti) dei suoi sottoposti. Ma ha poi aggiunto: «Siccome nel lavoro dell’ausiliario esci la mattina alle 8, non è che stai otto ore al ghiaccio al freddo a fare multe... In mezzo alla strada una coppia di vigili regolarmen­te ci sta 2, 3 ore. Io — ha continuato — ho sempre detto, siccome gli ausiliari sono odiati da tutte le parti, nell’ora di pranzo magari non andiamo ad accanirci». Sulle proprie assenze, Raimondo ha precisato di aver sempre recuperato il tempo perso rimanendo a lavoro oltre l’orario, e comunque di essere sempre reperibile al cellulare, rispondend­o anche dal mare. E le multe strappate? Ecco la risposta di Raimondo: «Lo strappo del verbale innanzitut­to non si fa, e di questo me ne dolgo, me ne dolgo e lo ammetto» ma ha anche detto che alcune volte è successo perché le multe erano illeggibil­i, le mandavano ai vigili e tornavano indietro.

Resta alto anche lo scontro politico. Due consiglier­i comunali della Lega, il vicepresid­ente del Consiglio Emanuele Cocollini e il presidente della Commission­e Controllo Antonio Montelatic­i, hanno scritto una lettera al sindaco Dario Nardella chiedendo le sue dimissioni: «Come mai quel Raimondo, considerat­o il capobanda dei delinquent­i della Sas, era iscritto al suo partito — il Pd — e faceva parte del comitato elettorale per Nardella sindaco? Forse non se ne rende conto ma questa è una questione morale grande come una casa, caro sindaco. E lei deve, non tanto a noi quanto alla cittadinan­za, diversi chiariment­i». Perché «dinnanzi a fatti come quelli emersi nell’inchiesta sulla Sas, si ha il dovere di fare il bel gesto di rassegnare le dimissioni».

 ??  ?? Le multe fatte in piazza Vittorio Veneto dopo gli arresti dei parcheggia­tori abusivi che occupavano la piazza in accordo con alcuni vigilini
Le multe fatte in piazza Vittorio Veneto dopo gli arresti dei parcheggia­tori abusivi che occupavano la piazza in accordo con alcuni vigilini

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