Corriere Fiorentino

L’ultima chiamata di Giulia «Zio corri, sta bruciando tutto»

La morte della ragazzina nell’incendio della colonica nella notte. Ferito il padre che ha cercato di salvarla

- DAL NOSTRO INVIATO S.I.

A un BORGO A MOZZANO (LUCCA) certo punto piange. Le lacrime gli scendono mentre prega che «Giulia non si sia accorta di nulla». Poi incassa le spalle e guarda la casa, quella che è accanto alla sua abitazione, quella mangiata dalle fiamme, quella dove sua nipote — Giulia Salotti, 14 anni — ha perso la vita. «Martedì — racconta Angelo Giusti — verso le 2 lei mi ha chiamato col cellulare. Gridava corri, sta bruciando tutto».

A Socciglia — una frazione di Borgo a Mozzano — ci sono solo tre case su un piccolo altipiano che bordeggia il torrente Fulignana e nessun lampione. La luce che arriva è quella dalle fiamme che escono da quella casa «completame­nte avvolta dalle fiamme». Fuori c’era suo padre Massimilia­no che stava cercando disperatam­ente di salvare sua figlia. La cameretta di Giulia si trovava al primo piano della casa, nel retro dell’abitazione. «Abbiamo provato a usare anche una scala, ma non ci siamo riusciti», dice Angelo. Là dietro c’è buio e fumo che esce. «L’abbiamo chiamata un sacco di volte, ma lei non ha mai risposto», dice. «Abbiamo fatto di tutto, ma è stato impossibil­e», dice ancora.

Angelo chiama i carabinier­i: sono i primi ad arrivare sul posto. Usano l’estintore ma non serve a nulla. Quando i pompieri arriverann­o sul posto dovranno lavorare un’ora e mezzo per spegnere le fiamme: per entrare in quello che rimane della casa dovranno mettersi gli autorespir­atori. Anche il 118 arriva e lo fa per portare all’ospedale di Lucca il padre di Giulia: Massimilia­no Salotti, architetto che insegna alle scuole superiori di

Barga, ha riportato ustioni alle gambe e al volto per provare a salvare la figlia. La madre della ragazzina, Elisabetta Fava, in quel momento è a Lucca: non appena sa cosa è accaduto si mette in macchina, ma la sua auto si schianta sulla Statale del Brennero: anche lei finisce all’ospedale.

«Siamo sconvolti, Giulia era una ragazza meraviglio­sa», conclude Angelo Giusti. In quella specie di gola che è Socciglia, piazzata in piena Valle del Serchio, a neppure tre chilometri dal ponte del Diavolo, il silenzio torna a farsi compatto e denso. Nero, verrebbe voglia di dire, come nere sono ormai le pareti di quella casa divorata dalle fiamme: non è rimasto nessun infisso in legno.

La Procura — subito dopo — ordina che lo stabile sia sequestrat­o. I vigili del fuoco stanno cercando di capire da dove sia partito l’incendio: le fiamme si sono propagate dal piano terra forse a causa di un guasto o per colpa di un camino, forse lasciato inavvertit­amente acceso: il vetro di protezione sarebbe stato trovato aperto. La magistratu­ra dispone anche l’esame autoptico sul corpo di Giulia, che è stata trovata sotto il letto: tutti sperano che abbia perso i sensi a causa del fumo.

Il sindaco Patrizio Andreucci — sul luogo della tragedia — non riesce neppure lui a crederci. «Ci conosciamo tutti, c’è il senso della comunità. Lo so che può sembrare incredibil­e ma è come se fosse morta una parente di tutti». Nei due bar di Borgo a Mozzano si parla solo di questo. Anche nelle botteghe si cerca di dare un senso a quanto è accaduto. «Non è il momento», dice un carabinier­e — uno di quelli che è andato per primo sul posto: ha gli occhi rossi, e non capisci se siano così perché è in piedi dalle 2 oppure se ha pianto anche lui. «Una ragazza molto dolce, piena di vita», dice don Francesco che l’ha cresimata lo scorso primo dicembre.

Poi le parole lasciano spazio al silenzio. Un silenzio nero, di fuliggine e di fumo. Lo stesso che prende alla gola quando — chiunque — si metta a pensare come sia morta Giulia. Una ragazza di appena 14 anni.

Lo zio

Erano le 2, mi ha chiamato al cellulare dalla sua camera, gridava disperata. La casa era completame­nte avvolta dalle fiamme

Fuori c’era suo babbo Massimilia­no, la chiamavamo ma lei non rispondeva. Abbiamo preso una scala per arrivare al primo piano, ma non ci siamo riusciti

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 ??  ?? A sinistra la scala utilizzata da Massimilia­no, il padre di Giulia e dallo zio per cercare di raggiunger­e la ragazzina trovata poi morta sotto il letto della sua cameretta Sopra la colonica dove vive da sempre la famiglia Salotti
A sinistra la scala utilizzata da Massimilia­no, il padre di Giulia e dallo zio per cercare di raggiunger­e la ragazzina trovata poi morta sotto il letto della sua cameretta Sopra la colonica dove vive da sempre la famiglia Salotti

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