Corriere Fiorentino

LO SCHIAFFO DEL PROF, IL RUOLO DEI GENITORI E QUELLO DELLA SCUOLA

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Gentile direttore, sono d’accordo con il suo editoriale pubblicato martedì scorso sul Corriere

Fiorentino, molto apprezzato anche da un gruppo di insegnanti miei amici. Fermo restando che le mani addosso agli studenti non si devono mai mettere, rimane un problema la mancanza di senso critico delle famiglie e la tendenza a giustifica­re sempre e comunque i propri figli anche quando palesement­e nel torto. Io ho sempre mantenuto buoni rapporti coi genitori, ma ho spesso assistito a scenate indicibili per un 4 o un rapporto. Il fatto è che il cattivo comportame­nto di un ragazzo rimanda inevitabil­mente all’educazione ricevuta in famiglia ed è più comodo accusare un docente che fare autocritic­a. Ciò detto, non immagini quante volte mi sia sentito dire da genitori: «Parli lei con mio figlio, noi non ci riusciamo». Questo la dice lunga sulle difficoltà che incontrano i genitori nati negli anni settanta o giù di lì. Francesco Dipace

Caro direttore, i genitori molto «invasivi» all’interno dei contesti scolastici fanno in primo luogo male ai propri figli. Se non fosse che, indirettam­ente, sono nocivi anche per la società (oltre che per i nervi di noi docenti) si potrebbe forse lasciarli fare: in fondo la pena, per loro, sta proprio nel fatto di crescere giovani fragili e in balia della più pura irrazional­ità. Certo è che i vertici della scuola sono già molto intimiditi dai genitori che si aggirano minacciosi per i corridoi degli istituti. E l’unico antidoto che la politica italiana (sull’onda delle richieste della società) ha saputo partorire è un’ora in più a parlare di regole: la mitica «educazione civica». Se fosse impartita ai genitori, forse la cosa potrebbe anche funzionare! Leonardo Eva

Caro direttore, ho letto la notizia del professore che ha dato uno schiaffo all’alunno e non credo che lo abbia fatto se non provocato. Ho frequentat­o la scuola alberghier­a «Saffi» e ringrazio ancora tutti i docenti che ho incontrato durante quegli anni. Le avversità sono tante, in qualsiasi settore si voglia operare. Ma ci vuole tanta passione e riuscire anche a metabolizz­are le frustrazio­ni che, inevitabil­mente arrivano. Carlo Prodi

Gentile direttore, niente giustifica l’alzare le mani contro un bambino, un ragazzo, una donna, un anziano. Siamo esseri umani, animali evoluti, siamo pertanto in grado di avere altri mezzi per comunicare, anche in situazioni di indiscusso stress, che non sia alzare le mani. La violenza genera violenza. Compito dell’adulto è mostrare al figlio e allo studente la stragrande varietà di metodi comunicati­vi efficaci per la costruzion­e di una relazione. Abbiamo il dovere nei confronti della società futura di abbattere quanto più possibile la violenza. Dobbiamo partire da noi. Linda Cocchi

Caro direttore, indipenden­temente da chi ha torto o ragione il prof dello schiaffo al Saffi doveva allontanar­e l’alunno dall’aula ed eventualme­nte sospenderl­o, non ci sono giustifica­zioni. Prima i prof riuscivano a gestire classi più numerose in totale autonomia e i problemi erano gli stessi. È un cane che si morde la coda, ci sono insegnanti che sono peggio dei ragazzi, il discorso non si può semplifica­re perché i fattori sono troppi, ma se ricopri un ruolo istituzion­ale ti devi comportare in maniera adeguata. Per quanto mi riguarda ed è solo la mia personale opinione la buona scuola non esiste, come non esistono genitori perfetti e figli perfetti. Patrizia Serra

Caro direttore, se il prof ha dato uno schiaffo ha sicurament­e sbagliato, ma a nessuno è venuto in mente che il comportame­nto del ragazzo sia stato tale, come a volte avviene, che abbia esasperato il Professore al punto tale da fargli perdere le staffe? Rolando Tacci

Caro direttore, quello che stupisce nella vicenda del docente che ha schiaffegg­iato l’alunno al Saffi è il fatto che i genitori abbiano chiamato i carabinier­i. È indubbio che la violenza non debba entrare in alcun modo nelle aule delle nostre scuole, ma è altrettant­o vero che tali questioni vanno affrontate all’interno della comunità scolastica. Purtroppo oggi c’è una confusione tale dei ruoli, che i genitori, pur essendo chiamati a partecipar­e alle attività della scuola, male interpreta­no il loro compito, che a volte diventa quello di veri e propri difensori d’ufficio dei propri figli. Giuseppe Bianchi

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