Corriere Fiorentino

Calcio dilettanti, 13 assolti al processo per frode

Prato, don Giglio e le accuse di violenze: a novembre la donna andò dai servizi sociali

- Giorgio Bernardini Antonella Mollica

Si è conclusa con l’assoluzion­e di tutti gli imputati l’udienza preliminar­e sulla frode sportiva nel calcio dilettanti nata dall’inchiesta della Procura di Prato nel 2017. Ieri il gup ha prosciolto tredici imputati dall’accusa di frode perché il fatto non sussiste. Tra loro c’è Paolo Toccafondi, ex amministra­tore delegato della società sportiva Ac Prato e Stefano Fiorini, ex direttore sportivo del Porta Romana.

Una confession­e choc arrivata alla fine di un lungo percorso di fede: «Quando ero piccolo quel prete ha abusato di me». Una confession­e fatta prima ad un sacerdote amico, poi alla mamma. Ed è stata lei a far partire l’inchiesta della Procura di Prato sugli abusi della comunità religiosa di don Giglio Gilioli. La famiglia del ragazzo che oggi ha 21 anni è seguita da anni dai servizi sociali del Comune. E così la donna, sconvolta, ha racconta all’assistente sociale le confidenze avute dal figlio. Era la fine di novembre.

L’assistente sociale dopo essersi confrontat­a con il responsabi­le dell’ufficio ha immediatam­ente informato la Procura. Così quella breve relazione è arrivata sulla scrivania del procurator­e capo Giuseppe Nicolosi che ha aperto un fascicolo affidandol­o alle pm Laura Canovai e Valentina Cosci.

Qualche mese prima, a giugno, il sacerdote che aveva saputo delle violenze di quel ragazzo, si era confidato con l’allora vescovo di Prato Franco Agostinell­i che aveva dato l’avvio al procedimen­to canonico su don Giglio e su quella associazio­ne che da tempo era finita nel mirino della Curia. Quando la Procura a dicembre apre il fascicolo viene convocato Agostinell­i che aveva già lasciato l’incarico. A quel punto il nuovo vescovo, Giovanni Nerbini, mette a disposizio­ne degli inquirenti tutti gli atti.

Il ragazzo viene così sentito in Procura e il suo racconto è alla base dell’inchiesta che è appena agli inizi. La famiglia del ragazzo è molto religiosa, per anni il ragazzo e i suoi fratelli hanno frequentat­o la comunità di don Giglio fidandosi completame­nte di lui e di tutte le persone che lo circondava­no. Per questo la storia degli abusi che avrebbero coinvolto anche il fratello più grande è ancora più dolorosa. Anche per la madre che non si sarebbe accorta di niente negli anni.

L’indagine — che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di cinque sacerdoti, tra cui lo stesso don Giglio, un frate e tre diaconi, con accuse che vanno da violenza sessuale a violenza sessuale di gruppo — cerca di far luce su fatti avvenuti dal 2008 in poi, quando i due fratelli avevano 9 e 14 anni. Un terzo fratello più grande che aveva 16 anni non avrebbe subito abusi ma avrebbe confermato il racconto del fratello.

Quando venerdì sono scattate le perquisizi­oni il fondatore dell’associazio­ne aveva già ricevuto le carte dell’accusa dell’altro procedimen­to — quello canonico partito in estate dopo la segnalazio­ne di Agostinell­i — a cui ora dovrà replicare. Chi ha parlato con Don Giglio spiega che lui è scosso da questa vicenda ma si professa innocente. Tutti i religiosi indagati si trovano adesso insieme in un ex convento ad Aulla, in una sorta di esilio forzato. Il vescovo ha spiegato che è stato lui ad autorizzar­li a restare insieme in un luogo lontano da Prato.

Due indagati, che hanno fatto parte in passato dell’associazio­ne, hanno già nominato legali di fiducia, gli avvocati Federico Febbo, Costanza Malerba e Andrea Parigi, e chiedono di essere sentiti quanto prima in Procura. «La famiglia in questione — hanno raccontato i due indagati ai legali — era molto aiutata a livello morale ed economico dall’associazio­ne. C’era un rapporto d’amicizia profonda e che mai avrebbero immaginato di finire in una vicenda del genere. Non abbiamo mai avvertito situazioni di disagio».

Nei prossimi giorni intanto la Procura affiderà le consulenze per iniziare il lavoro sui computer e sui telefonini sequestrat­i ai nove indagati. Poi potrebbero partire gli interrogat­ori.

I legali di due indagati Vogliono subito essere ascoltati, avevano un buonissimo rapporto con la famiglia che è sempre stata aiutata da loro

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Don Giglio Gilioli, accusato di violenze su due ragazzi

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