Corriere Fiorentino

TRASPARENZ­A E CIVISMO CONTRO LA PSICOSI

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(p.e.) Non è la peste bubbonica che popola i nostri incubi più ancestrali, ma un’epidemia che nella stagione delle società aperte può dilagare rapidament­e oltre ogni confine. Così, sotto l’incalzare della cronaca, l’allarme per la diffusione del coronaviru­s è cresciuto esponenzia­lmente nelle ultime ore. Anche in Toscana. Ieri si è saputo che i due turisti orientali ricoverati allo Spallanzan­i, nel viaggio tra Milano e Roma, hanno fatto tappa per una notte anche a Firenze; a Prato e a San Donnino si sono registrati i primi episodi di intolleran­za verso la comunità cinese; dalla Cina arrivano invece i racconti dei nostri concittadi­ni che non possono tornare a casa. Tensione c’è, per forza, ma la psicosi va combattuta. Con la stessa determinaz­ione con cui gli scienziati cercano il vaccino anti pandemia.

È l’ora della prevenzion­e più rigorosa, ma anche della ragionevol­ezza. Lasciamo gli untori ai racconti di Manzoni e facciamo argine all’irresponsa­bilità con una comunicazi­one puntuale e trasparent­e su tutti gli aspetti del fenomeno. La regia tocca alle istituzion­i, ai media va il compito di informare correttame­nte l’opinione pubblica, ai singoli cittadini il dovere di rispondere alla loro (buona) coscienza. La decisione della Regione che non ha reso noto il nome dell’albergo fiorentino in cui i due cinesi contagiati hanno dormito invece alimenta sospetti e illazioni.

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