Corriere Fiorentino

Il Meyer presenta il progetto dell’hospice pediatrico «Ponte fra casa e ospedale»

- Giulio Gori

Si chiamerà «Casa Marta», sarà una struttura he nascerà subito fuori dell’ospedale, con sei posti letto in stanze tecnologic­he ma dall’aspetto molto simile a quelle domestiche: ieri, il Meyer ha presentato il progetto del proprio hospice, una struttura che servirà ad accogliere i bambini che hanno bisogno di cure palliative, anche nei casi di malattie terminali. Per l’ospedale, che attualment­e ha un solo letto adibito ad hospice, si tratterà di un grande passo avanti. Non solo per «accompagna­re i bambini e le loro famiglie nelle fasi finali della loro vita nei casi in cui non vi siano le condizioni per poterlo fare a casa e supportare i genitori nell’elaborazio­ne del lutto», come recita una nota del Meyer, ma anche per garantire una struttura intermedia per le «dimissioni protette», a metà tra il reparto d’ospedale e le mura domestiche, nei casi in cui le famiglie abbiano difficoltà ad accudire il bambino a casa o abbiano bisogno di imparare a curarlo.

Di recente, la Regione ha autorizzat­o il progetto, dopo che aveva dato mandato per uno studio di fattibilit­à nel dicembre 2017. L’hospice — i lavori dovrebbero concluders­i a dicembre 20121 — sarà realizzato dalla Fondazione MartaCappe­lli dentro l’attuale Casa Benelli, di proprietà della Fondazione Solidariet­à Caritas, che lo gestirà. Sarà anche un luogo di studio, ricerca e pratica clinica per gli studenti universita­ri in formazione. Secondo il Meyer, l’hospice potrà dare una risposta ai circa 4 mila bambini e adolescent­i affetti da patologie croniche e alle loro famiglie che hanno bisogno di un aiuto per periodi temporanei e di essere formati e formerà al meglio i loro genitori per l’assistenza.

L’hospice potrà anche accogliere una parte degli ottanta minori che ogni anno in Toscana muoiono per malattie incurabili, di cui una trentina di tumore L’ospedale stima la necessità, ogni anno, di circa 600 giornate di degenza per la formazione dei genitori e 900 giornate per i ricoveri di sollievo. «Il progetto di Casa Marta — dice Alberto Zanobini, direttore generale del Meyer — rappresent­a il traguardo di un lungo percorso che il Meyer ha intrapreso per dare la migliore risposta possibile alle famiglie che si trovano ad affrontare una grave malattia del figlio». «Casa Marta — è il commento del cardinale Giuseppe Betori — rappresent­a la volontà di riconoscer­e e tutelare il valore della dignità della vita della persona umana in ogni condizione essa si possa trovare, con riferiment­o specialmen­te all’ultima fase dell’esistenza, avendo a cuore in specie i più piccoli e consentend­o alla famiglia di restare unita proprio come se fosse a “casa”».

L’arcivescov­o Betori

«Così si tutela il valore della dignità della vita umana in ogni condizione si possa trovare consentend­o alle famiglie di restare unite»

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Il rendering di Casa Marta, l’hospice realizzato dalla Fondazione Casa Marta dentro l’attuale Casa Benelli di proprietà della Caritas che poi lo gestirà

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