Corriere Fiorentino

«Io, recluso in casa a Hefei tra scacchi e cibo razionato»

«Io fiorentino, recluso da 10 giorni in casa a Hefei»

- Di Giorgio Bernardini

Alessandro ha 26 anni e da tempo vive a Hefei, in Cina. «Ho preso alla lettera l’avviso del governo cinese: gli ultimi 10 giorni li ho passati chiuso in casa. Tornare? Sì, ma il mio volo è stato cancellato...».

La scialuppa di salvataggi­o di Alessandro Quartini, all’improvviso, non c’è più. Il suo volo Shangai-Milano è stato cancellato dal blocco aereo attivato dall’Italia per scongiurar­e la diffusione del coronaviru­s. Proprio quello da cui voleva fuggire l’informatic­o fiorentino di 26 anni, che ha passato gli ultimi dieci giorni della sua vita chiuso in un appartamen­to di Hefei, la città ad ovest della Cina dove vive da poco tempo nell’intento di sviluppare una serie d’iniziative imprendito­riali con le scuole del posto. «Siamo a 400 chilometri da Wuhan e a 400 da Shangai», racconta Alessandro al telefono. Proprio in mezzo, tra il focolaio del virus e l’aeroporto che può significar­e l’inizio della fine di questo travaglio. «I miei genitori volevano farmi tornare velocement­e in Italia ma il volo che avevo prenotato è stato cancellato proprio stanotte (ieri, dopo il blocco del traffico aereo, ndr). Non mi sono perso d’animo, ho cambiato i piani, ho acquistato un biglietto aereo per Londra. Da lì cercherò di tornare in Italia». Ma nulla appare scontato.

Alessandro racconta i suoi dieci giorni di isolamento dopo l’appello del governo cinese a non uscire di casa se non è strettamen­te necessario. Potendo appena guardare fuori, mentre tutto il mondo guarda la Cina. «In casa sono fuori dal mondo, non funziona più internet da giorni, non posso nemmeno controllar­e cosa accade davvero. Le voci ufficiali dicono che qui a Hefei si sono ammalate 25 persone su 5 milioni di abitanti: non poi così tante, consideran­do che alcune sono anche guarite. In questi giorni ho sperato che questa situazione finisse presto, invece peggiorava di giorno in giorno. Ho iniziato guardando dei film, poi ho letto un libro. Ma stare chiusi in casa, razionare cibo e limitare i movimenti è difficile. Abbiamo cercato dei diversivi per non perdere il senso del tempo: ho insegnato a giocare a scacchi al mio amico e socio, poi abbiamo passato ore ed ore a sfidarci alla Playstatio­n...».

Aspettando il momento di ripartire. «Io mi sento perfettame­nte al sicuro, ma a casa sono tutti preoccupat­i. Mi chiedono di tornare. Ci sto provando anche se sono consapevol­e che c’è più probabilit­à di contrarre il virus mettendosi in viaggio».

«Non so davvero se ce la farò a tornare» dice realistica­mente Alessandro. «Ho chiamato l’aeroporto di Heathrow a Londra per capire se ci sono problemi per un’eventuale quarantena, tuttavia non riesco a mettermi in contatto con nessuno. In queste ore spero di avere rassicuraz­ioni dall’ambasciata italiana, ma anche con loro è difficile parlare. Se avessi seguito la precedente procedura avrei dovuto sempliceme­nte passare 15 giorni a casa a Firenze con la mascherina, come da indicazion­i che mi erano state fornite. Ma ora che so che non atterrerò nel mio Paese non so davvero cosa mi aspetti». Un’ulteriore preoccupaz­ione del giovane informatic­o è legata alla Brexit, da oggi effettiva. Quartini teme che ci possa essere una procedure speciale per l’approdo nel Regno Unito, «forse di un visto, non lo so». Alessandro è figlio di un medico. Il padre Andrea, consiglier­e regionale del Movimento 5 Stelle, segue da vicino la sua vicenda, lo contatta come può e gli raccomanda cautela. Dal punto di vista profession­ale e da quello familiare. «Non ho mai avuto davvero paura di contrarre il virus — racconta ancora Alessandro — perché dal momento in cui sono stati diffusi i primi particolar­i della vicenda mi sono chiuso in casa con il mio amico e socio cinese Chris». I due si sono conosciuti in Scozia lo scorso anno, dove il ventiseien­ne fiorentino si è laureato in Informatic­a. Hanno stretto un patto di amicizia, che con il tempo è diventato un progetto di business da sviluppare nella patria dell’amico. «Il governo cinese — racconta Alessandro tornando al principio della quarantena volontaria — ha un’efficienza incredibil­e, ha divulgato il messaggio che raccomanda­va di stare in casa a meno che non fosse necessario uscire. E noi ci siamo adeguati, alla lettera. Il mio timore comincia adesso, perché è durante il viaggio che correrò i rischi maggiori».

❞ Auto quarantena Ci siamo adeguati alla lettera alle indicazion­i del governo cinese, ma siamo fuori dal mondo Da giorni non funziona neppure internet

Timori

Non ho mai avuto paura di contrarre il virus, ma i miei genitori sono preoccupat­i. È durante il viaggio che correrò i rischi maggiori

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Alessandro Quartini con il suo socio e compagno di casa Chris nel loro appartamen­to a Hefei, 400 chilometri da Wuhan
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