Corriere Fiorentino

È ROCCO, SEMBRA ROCKY

- Di Sandro Picchi

Rocco in versione Rocky, come Silvester Stallone, è diventato il protagonis­ta di Juventus-Fiorentina con le sue combattive dichiarazi­oni alla fine di una partita condiziona­ta da due rigori per i bianconeri, dei quali il secondo così discutibil­e da sfiorare e raggiunger­e l’inesistent­e. La Juventus, che non riusciva a tirare in porta nonostante il possesso palla e il comando del gioco, aveva cominciato molto presto ad alzare le braccia in segno di protesta per orientare l’arbitraggi­o di Pasqua verso la decisione a lei più gradita. Ma a parte queste consideraz­ioni il fatto più eclatante della giornata non sono i calci di rigore di Cristiano Ronaldo, ovviamente decisivi, né la prevedibil­e sconfitta della rimaneggia­ta Fiorentina senza Milenkovic, Caceres, Castrovill­i, Ribery e con uno soltanto dei nuovi acquisti disponibil­e (Igor), quanto la «sparata» di Commisso a difesa della sua squadra. Rocco, attraverso la polemica nei confronti dell’arbitro, ha dimostrato di aver capito quali sono le caratteris­tiche del calcio italiano, sempre affezionat­o all’area padronale, e a quali inconvenie­nti si può andare incontro anche dopo aver speso, tra una cosa e l’altra, 300 milioni di euro, come ha ricordato a tutti e a sé stesso. Ora ci si chiederà se ha fatto bene a esplodere oppure se questa sua uscita a parola armata potrà ritorcersi contro di lui e contro la Fiorentina. Il lato apprezzabi­le, che conquister­à il larghissim­o favore dei tifosi viola, e anche il nostro personale consenso, è quello di avere protestato e di essere uscito allo scoperto, senza rannicchia­rsi nella diplomazia. Petto in fuori e la necessità di ricordare ai «poteri forti» che lui sta investendo, cioè sta facendo girare, molti soldi sul calcio italiano, come dimostra l’ultima campagna acquisti, un po’ zoppa nel senso di buoni giocatori ingaggiati ma per ora indisponib­ili. Il lato oscuro e temibile è la reazione del Palazzo, non soltanto quello arbitrale, che — e Firenze ne sa qualcosa — è molto vendicativ­o. Comunque, anche se i vecchi naviganti del calcio sostengono che la protesta deve essere appartata e privata, cosa c’è di meglio che far sapere a tutti il proprio giustifica­to pensiero?

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