Corriere Fiorentino

Spinelli: nessuno mi ha aiutato, è giusto lasciare

Intervista con Spinelli: «Dopo 21 anni era giusto lasciare a chi ha più stimoli e più energie»

- di Gabriele Noli

Aldo Spinelli, dopo 21 anni, si appresta a vivere gli ultimi giorni da presidente del club amaranto con sentimenti contrappos­ti. Da tempo voleva lasciare, attendeva solo le condizioni giuste per farlo. È il momento è arrivato. Per la cessione a Majd Yousif, medico-imprendito­re libanese con cittadinan­za olandese titolare di diverse attività, serviranno ancora alcuni giorni, necessari alla definizion­e di ogni aspetto dell’accordo raggiunto mercoledì a Genova, nella sede del Gruppo Spinelli. Un incontro a cui era presente anche il sindaco Luca Salvetti: fondamenta­le il suo ruolo per la nascita e lo sviluppo (positivo) della trattativa. «Le garanzie che avevamo richiesto sussistono, a questo punto mi auguro che vada tutto per il meglio», confida Sciù Aldo.

Presidente, che impression­e le ha fatto Yousif?

«Molto positiva. Non lo conoscevo personalme­nte, ma ho capito subito che da parte sua la volontà di acquistare la società c’è ed è forte».

Lui vi ha chiesto di restare in qualche modo all’interno della società, se volete...

«Il punto è proprio quello: non vogliamo. È giusto lasciare spazio a chi possiede più stimoli ed energie. Tutto ha un inizio e una fine, arriva sempre un tempo in cui si detrattati­ve ve dire basta e farsi da parte. Ne approfitte­rò per riposarmi. Certo, dispiace perché in quasi 21 anni di tempo e soldi ne ho investiti».

Che cosa l’ha davvero convinta a cedere il Livorno stavolta?

«Yousif è una persona con capacità e voglia di fare. Di in passato ce ne sono state, ormai ho perso il conto. Eppure solo ora, per la prima volta, ho ravvisato le condizioni adeguate per vendere la società».

Quanto è stato determinan­te il sindaco Salvetti per l’esito della trattativa?

«Ha fatto ciò che si richiede a un sindaco in queste situazioni. Ero sicuro che non mi avrebbe presentato uno sprovvedut­o, ma una persona credibile, in grado di far fronte alle spese necessarie per mantenere un club come il nostro. Anche io nel 1999 venni contattato direttamen­te dall’allora primo cittadino Lamberti».

Ai tifosi che spesso l’hanno contestata cosa si sente di dire?

«Con gli attuali risultati hanno ragione ad essere delusi e arrabbiati: il loro umore è sempre stato condiziona­to dall’andamento della squadra. Ammetto che di sbagli ne abbiamo commessi molti, specie di recente, ma in tutti questi anni nessuno in città mi ha mai dato una mano».

Lei crede ancora che il Livorno si possa salvare?

«Ne sono convinto. C’è l’intenzione di provarci, altrimenti non avremmo sostituito giocatori da Serie B con altri di categoria superiore come Agardius e Silvestre, ufficializ­zato ieri, che da solo di ingaggio fino a giugno costa circa mezzo milione di euro. Tante sconfitte sono arrivate nei minuti di recupero e la fortuna non ci ha assistito. Evidenteme­nte pure questo era un segnale da cogliere».

Cosa si augura per il Livorno?

«L’importante è che chi subentra rappresent­i una garanzia e una sicurezza per tutti i dipendenti ed i tesserati. Alla nuova proprietà lasceremo anche i campi di Fauglia, dove verrà realizzato il nuovo centro sportivo amaranto. Noi da questa cessione ricaveremo poco».

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Il presidente del Livorno Aldo Spinelli

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