Airbnb, c’è un asse Pd-Forza Italia Appello dalla cultura: fate la legge
L’urbanista De Lucia: servono subito nuove regole nazionali
Forza Italia pronta a dire sì, mentre Italia Viva non nasconde i dubbi. Il disegno di legge dei deputati Pd Di Giorgi e Pellicani per frenare l’invasione degli Airbnb trova un’asse non previsto. Docenti e intellettuali sostengono con un appello la proposta di legge per normare il settore: «È un problema di tutti, non è di destra o di sinistra».
«Lo Stato deve impedire lo stravolgimento dei tessuti urbani delle nostre città, evitando che diventino esclusivi resort per turisti. Le case non sono alberghi e l’Italia non può essere ridotta a un paese di affittacamere». È questo il cuore dell’appello lanciato da «Pensare urbano», spazio di discussione nato nel 2018 a seguito dell’emergenza abitativa di Bologna, a sostegno della regolamentazione del fenomeno degli affitti brevi turistici. E dell’emendamento presentato dal Pd al decreto mille proroghe, poi ritirato anche per il no di Italia Viva e riproposto da disegno di legge che vede la parlamentare dem fiorentina Rosa Maria Di Giorgi tra i sottoscrittori.
«Il dibattito si è concentrato sui temi della proprietà privata e del turismo. Il tema della proprietà non può essere strumentalizzato. Se gli host gestiscono questa attività in forma imprenditoriale è giusto che rispettino le norme che già regolano il settore. La regolamentazione degli affitti brevi non è più rinviabile!», sottolinea l’appello proposto da circa 100 tra intellettuali e associazioni, e sottoscritto da decine di persone.
«A Firenze siete in prima linea... — scherza Vezio De Lucia, urbanista — Il fenomeno degli affitti turistici brevi dà un contribuito vertiginoso allo spopolamento dei centri storici, di Venezia, Roma, Firenze e richiede una grande attenzione: per questo ho firmato l’appello. Occorre una disciplina nazionale severa, una regolamentazione». Nel dettaglio l’ex assessore di Antonio Bassolino spiega: «I giovani e gli studenti sono le prime vittime dell’aumento del prezzo degli affitti e delle carenza di appartamenti a causa delle tante case passate al mercato turistico». Anche Paolo Berdini, umanista e saggista, ha sottoscritto l’appello al governo e ai partiti, e sottolinea l’esigenza di un intervento legislativo. «Tante città, in tutta Europa, stanno provando a regolamentare il settore, per ora con risultati modesti, ma questo è il problema dei problemi», premette. «Senza introdurre regole non si salveranno i centri storici, che hanno già perso gran parte dell’identità ed i Comuni devono intervenire — continua — L’equilibrio tra impresa e collettività si trova sia introducendo un tetto nel numero di giorni, sia soprattutto ritrovando il ruolo del pubblico nel reintrodurre residenza a prezzi accessibili nei centri storici, nel garantire alloggi a prezzo corretto agli studenti, anche calmierando così il mercato degli affitti». «Il mercato che si autoregola è un’astrazione e oggi si erodono le attività alberghiere e si dà lavoro con regole e diritti poco chiari — conclude Riccardo Chesta della Scuola Normale Superiore Firenze — Se un condominio diventa un albergo senza insegna il problema è dei cittadini: non è né di destra, né di sinistra, ci riguarda tutti. Servono regole per evitare che un’opportunità diventi un problema per la collettività».
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Chesta (Scuola Normale) Un palazzo che diventa un albergo senza insegna è un problema di tutti, non di destra o di sinistra