Scoperta già nel 2015 la grande voragine sotto il lungarno Diaz
A novembre il crollo. Ma uno studio dell’Università aveva lanciato l’allarme 4 anni prima
Nel 2015 uno studio dell’università di Firenze di cui erano a conoscenza Comune e Regione lanciava l’allarme per l’erosione dell’argine nel lungarno Diaz. Quattro anni dopo la scoperta della voragine e la chiusura della strada a tempo indeterminato.
Il rischio di infiltrazioni dentro l’argine di lungarno Diaz, dove nel novembre scorso è stata scoperta una voragine enorme, era noto già dal 2015. Lo testimonia uno scambio di documenti tra Università degli Studi di Firenze, Palazzo Vecchio e Regione Toscana in cui si parla di «una cavità di dimensioni non trascurabili al di sotto della pavimentazione stradale». E il dubbio che ci siano correlazioni resta, da parte delle opposizioni di Palazzo Vecchio, anche se il Comune afferma che in base ai loro studi «non esiste nessun collegamento».
Era stato proprio l’Ateneo ad evidenziare il problema, ma nonostante questa segnalazione preventiva, denuncia Dimitrij Palagi, consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune, «il Comune non ha mai voluto rispondere formalmente all’Università per poi parlare di una sfortunata e fortunata fuga di gas. Alla luce di questa storia non possiamo che evidenziare una certa sconsiderata leggerezza da parte del governo locale». Palagi sarebbe venuto a capo di questa storia chiedendo l’accesso agli atti dopo che «scoperta la voragine nel novembre scorso, l’assessore ammise di avere uno studio dell’Università che segnalava alcune criticità». Ma veniamo alle carte. In una nota del 31 dicembre 2015 indirizzata a Palazzo Vecchio il Dipartimento di Ingegneria Civile scrive: dagli studi «è stato evidenziato un fenomeno erosivo sotto il muraglione di sponda del lungarno Diaz», cioè uno «scavo sotto il basamento del muraglione sorretto da pali per una lunghezza di circa 3–4 metri». E l’Università raccomanda «un’attenta e sollecita analisi per valutare gli effetti sulla stabilità», tenendo conto che il problema si sarebbe potuto acuire durante il passaggio delle piene. «Da dicembre 2015 a novembre 2019 è trascorso davvero tanto tempo — accusa Palagi — e a giudicare da ciò che è accaduto l’attenzione a quella criticità è stata del tutto inadeguata. Lunedì, in Consiglio comunale, chiederemo alla Giunta di dirci esattamente come si è comportata l’amministrazione. Ma no a rimpalli di responsabilità con la Regione».
Il Comune, rispondendo ad un’altra interrogazione di Palagi, ha sostenuto che le fessurazioni segnalate nel 2016 non riguardavano il tratto di lungarno Diaz dove c’è stata la voragine ma un’area in corrispondenza della Camera di
Commercio: «Il Comune — scrive Parenti — aveva individuato le anomalie che poi sono state confermate dalle indagini della Regione, soggetto competente» per argini e spallette. E in un’altra risposta, si ribadisce che ci sono stati ulteriori controlli, tanto che si è trovata un’altra fessura vicino a Ponte alle Grazie: comunque «entrambi i fenomeni risultavano localizzati a profondità considerevole rispetto al piano stradale». È questo il motivo per cui il Comune pensa non ci sia correlazione tra gli eventi.
«Lo studio era noto, e infatti ne sono seguiti sopralluoghi e indagini da cui però non era emerso nulla — ribatte l’assessore regionale Federica Fratoni — La voragine di lungarno Diaz ha varie cause e non ultima la violenta piena dello scorso 17 novembre. E comunque nulla lasciava presagire ciò che poi è stato scoperto sotto il lungarno».
La Regione L’assessore Fratoni: in base ai nostri controlli nulla lasciava presagire quanto successo