Corriere Fiorentino

TEATRO E POI CHE COSA? LA SVOLTA ALLA PERGOLA

L’attore dal 1° gennaio 2021 sarà il direttore artistico della Fondazione Teatro della Toscana

- Chiara Dino

(corr.) La Pergola ha un nuovo direttore artistico: a Gabriele Lavia succede Stefano Accorsi (foto). Una nomina a sorpresa. Qual è il suo motivo ispiratore? Perché La Pergola dovrebbe aprire ad «altre culture», al di là della scena teatrale, come ha detto l’assessore comunale Tommaso Sacchi, e non puntare piuttosto a un teatro di livello sempre più alto, in linea con quanto si aspettereb­bero i suoi appassiona­ti, soprattutt­o dopo la nascita della Fondazione in tandem con Pontedera? Stefano Accorsi è un bravo attore di cinema e tv, popolariss­imo e anche simpatico. Ma non sempre la contaminaz­ione dei generi può essere la strada giusta. Vale anche per lo spettacolo.

Mandato pieno per Stefano Accorsi direttore artistico del Teatro della Pergola (e dunque anche del Niccolini, del teatro di Pontedera e di Scandicci) dal 1° gennaio 2021 per il triennio ‘21/’23 come e più di Gabriele Lavia che aveva un contratto da consulente artistico, e che dunque sarà sostituito dal più giovane attore caro a Muccino e a Ozpetek, ma tornerà in scena, e con lui Glauco Mauri, presenza assidua.

Le stagioni di prosa cambiano marcia «perché — dice Accorsi — vorrei che questo luogo diventasse una ragione valida per indurre i fiorentini a staccare la schiena dalla poltrona e che, chi entra a teatro, non si addormenti durante gli spettacoli». La ricetta Accorsi, fortemente voluto dal presidente della Fondazione Tommaso Sacchi, che lo ha presentato ieri con il direttore generale Marco Giorgetti, punta su un teatro giovane: «Stiamo lavorando a una nuova strategia di comunicazi­one per implementa­re gli spettatori, e aprirci a un nuovo pubblico perché vogliamo allontanar­ci da un m0dello di teatro troppo novecentes­co — anticipa lo stesso Sacchi — Questa fase la intendo come un’apertura verso le culture, verso un teatro con note sociali, civili, con attenzione alla vita della città; abbiamo pensato che le arti al di là di quelle della scena possano entrare a teatro». Non solo: Accorsi, intende fare della Pergola un testimonia­l dell’italianità nel mondo. Non anticipa nulla dei cartelloni futuri ma fa capire che i due progetti per i quali è salito sul palco della Pergola come attore — quello sull’Orlando Furioso e quello sul Decamerone con i testi riadattati da Marco Baliani, sono

Svolta «Un teatro giovane, dove possano entrare le arti al di là di quelle della scena»

un punto di partenza: «Ci sono tanti autori italiani da valorizzar­e riadattand­oli per farli parlare con la contempora­neità». Di certo, sulla prima stagione in cui il suo nome figurerà nel colophon del programma, c’è che tornerà Isabelle Huppert con Mary said what she said di Bob Wilson e che, a seguire, sarà lo stesso Accorsi a salire sul palco. E ancora il già annunciato spettacolo di Bob Wilson, quel Jungle Book tratto dal Libro della Giungla di Kipling che ha debuttato al Téâtre de la Ville di Parigi e questo in vista di uno sguardo sempre più attento all’Europa. La scelta di Accorsi, che ha espresso la sua «simpatia per le sardine che hanno dato voce a chi in Italia non l’aveva più» è nata, ha sottolinea­to Giorgetti dalla volontà di lavorare a una fase di «sviluppo» del teatro. «Se il primo triennio della Pergola come Teatro Nazionale è stato quello della costruzion­e e il secondo quello del consolidam­ento, ora stiamo entrando in quello dello sviluppo». Ci sarà spazio per il teatro di ricerca? Sembra di capire che quello resterà a Pontedera.

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(foto: Massimo Sestini) Stefano Accorsi alla Pergola con Marco Giorgetti e Tommaso Sacchi

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