Pisa è leghista: sindaci pd con Volterra
La candidatura a capitale della cultura: nel vuoto l’appello di Conti agli altri Comuni
I Comuni della provincia pisana tradiscono il capoluogo: nella corsa per il riconoscimento di capitale della cultura italiana appoggeranno Volterra. Cade così nel vuoto l’appello lanciato due settimane fa dal sindaco di Pisa, il leghista Michele Conti, che aveva chiesto l’aiuto dei suoi colleghi, anche se del Pd. Quanto pesa sulla scelta la differenza politica? «Volterra ha chiesto prima il nostro appoggio...» dicono molti senza esporsi.
Non sfonda: l’idea di fare di Pisa la capitale italiana della cultura 2021 non riesce a superare la muraglia di amministrazioni contrarie, e di diverso colore, che circondano la città della torre. Il tandem Pisa–Cascina, isola verde in un mare ancora rossastro, è l’unico habitat dove la candidatura ha attecchito, ma attorno è una sequenza ininterrotta di «No grazie». I sindaci del circondario voltano le spalle e puntano gli occhi verso Volterra che, a detta loro, si è mossa prima e meglio. «Non c’entra la politica» è il ritornello: lo disse il sindaco di Pisa, Michele Conti, quando lanciò l’appello alle amministrazioni che avevano già sottoscritto la candidatura di Volterra, lo dicono i sindaci della provincia per giustificare il «niet». Così il primo no arriva dall’attigua San Giuliano Terme: «Come spiegato dalla maggioranza politica che mi sostiene, ritengo la candidatura contemporanea di Pisa e Volterra un errore— prova a stemperare il sindaco Sergio Di Maio — non ho nulla contro Pisa, ha tutte le carte in regola per essere la capitale Italiana della cultura, ma non nel 2021. Volterra, al contrario, si è mossa molto bene, e soprattutto molto prima.
Aderire alla sua candidatura quest’anno e puntare su Pisa successivamente, nel 2022, rappresenterebbe un’importante occasione di promuovere per due anni consecutivi le meraviglie che la nostra provincia custodisce. Molte amministrazioni comunali della provincia hanno scelto Volterra per le stesse ragioni, non credo c’entri lo schieramento politico. E io mi associo».
Proseguendo sulla linea d’Arno, anche il sindaco di Calci, Massimiliano Ghimenti tiene aperto uno spiraglio: «Ho parlato con il sindaco Conti e gli ho riferito una nostra disponibilità a patto che qualche evento fra quelli previsti nel dossier venga svolto alla Certosa — spiega — è la stessa proposta che ho fatto a Volterra quando ci hanno contattato per chiederci il sostegno alla candidatura e lo hanno fatto, per ora da Pisa non ci è arrivata una risposta». Più ci si allontana, più il fascino di Pisa come capitale della cultura pare scemare, così è breve ma incisiva la risposta del sindaco di Pontedera, Matteo Franconi: «Noi restiamo con Volterra: fra i nostri due territori c’è una continuità storica e un percorso comune in essere, è anche una questione di coerenza». Si rivolge direttamente al collega fasciato la sindaca di Santa Croce, Giulia Deidda, in una lettera che verrà presto recapitata a palazzo Gambacorti: «Gentile Michele, caro sindaco — si legge nella missiva — prima di tutto ci tengo a ringraziarti per la tua lettera e per la tua richiesta di sostegno. Pisa è una città che meriterebbe senza ombra di dubbio di essere capitale della cultura, però, ho aderito già da settimane alla proposta di Volterra, che da tempo sta lavorando per la sua candidatura». Nel frattempo Pisa non resta ferma, il Comune sta organizzando dei gruppi di lavoro e procedendo ad una chiamata alle associazioni del territorio per un lavoro congiunto: «Pisa ha tutte le carte in regola per aspirare a questo importante riconoscimento che significa anche valorizzare quanto già abbiamo in termini di patrimonio storico artistico e di musei — spiega il primo cittadino — penso al neonato museo delle Antiche navi, al nuovo allestimento del museo dell’Opera del Duomo, al bellissimo museo di San Matteo, alle bellezze dei lungarni e agli angoli meno conosciuti della città».
Di Maio (San Giuliano) «Non c’entra lo schieramento politico ma la candidatura di entrambe è sbagliata»
Franconi (Pontedera) «Noi restiamo con Volterra, con la città c’è una continuità storica»