Corriere Fiorentino

Sconti ai viola

Il dopo Juventus: multe ridotte e diffide cancellate

- Stefano Rossi

Non è detto che delle stagioni più sofferte non possano rimanere ricordi dolci e affetti solidi. È il caso della Fiorentina 1993-94, in Serie B dopo oltre 50 anni. La famiglia Cecchi Gori chiamò un giovane ma già affermato Claudio Ranieri per tornare subito in Serie A. Nel gruppo, formato da campioni del calibro di Batistuta ed Effenberg, c’era anche Beppe Iachini. Domenica, in occasione di SampdoriaF­iorentina, saranno avversari in panchina. Il suo «soldato», così Ranieri definisce Iachini, è diventato collega stimato.

I ricordi di quell’annata sono ancora molto forti. «Beppe aveva carisma, era fondamenta­le per tenere il gruppo unito», racconta Ciccio Baiano, attaccante che in quella stagione subì un grave infortunio al ginocchio. «Ricordo che in campo cercava sempre di mantenere la pace pur essendo un combattivo, ci dimostrava che per vincere servivano i sacrifici. Era un esempio più coi fatti che con le parole». Non a caso Iachini stava incarnando il pensiero che Ranieri, nei primi giorni del raduno precampion­ato, spiegò al gruppo. «Ci disse che per quella stagione eravamo come il Real Madrid, ogni avversario contro di noi avrebbe dato tutto per batterci. E così fu: ci ripeteva sempre di avere la stessa voglia, indipenden­temente da chi ci fosse davanti. Insisteva sul concetto che se si perde aggressivi­tà, diventa faticoso battere chiunque. Di solito era tranquillo, ma voleva che in campo giocassimo al 110%». Ricordi nitidi anche per Daniele Carnascial­i, il giocatore con il maggior numero di presenze in quel campionato. «Con Beppe ho giocato pure a

Venezia, aveva una grinta contagiosa. Non avendo grosse doti tecniche ha puntato tutto sul carattere e si è costruito una carriera eccellente». Carnascial­i ha ancora nelle orecchie le urla del compagno durante gli allenament­i. «Era un martello già allora, come lo vedete oggi in panchina. Però metteva sempre i compagni nella condizione ideale per rendere al massimo». Di indole completame­nte diversa

Ranieri, uomo sempre posato. «Non andava mai sopra le righe, si arrabbiava poco ma quando succedeva erano dolori per tutti». L’ex difensore non ha dimenticat­o il metodo dell’allenatore. «Claudio parlava con tutti, se smetteva di farlo significav­a che per lui non eri più parte del gruppo. C’erano delle tappe intermedie però: se dimostravi di capire ciò che diceva, se riuscivi a prendere il buono dagli appunti allora ti potevi salvare». Alberto Malusci era un difensore di belle speranze cresciuto nelle giovanili viola. Osservava i compagni per carpire i loro segreti. «Iachini è un caro amico da una vita. In quella stagione spesso eravamo compagni di stanza. Dopo pranzo e prima della partita, tornava in camera e si sdraiava per terra con le gambe alte al muro. Si preparava a lungo per la partita. Mi dava consigli. Mi spiegava i segreti degli avversari. È sempre stato attento ai dettagli e alla cura del fisico. Voleva fare l’allenatore già allora, c’è riuscito». Anche l’affetto per Ranieri è rimasto immutato. «Aveva il compito di ricostruir­e, era dotato della giusta personalit­à per gestire i campioni». Il segreto? «L’equilibrio: gestiva allo stesso modo i momenti di difficoltà e quelli di esaltazion­e. E così ha continuato, non si costruisce a caso una carriera ricca di successi come la sua».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? A sinistra l’allenatore della Fiorentina Beppe Iachini, accanto Claudio Ranieri mister della Sampdoria Entrambi sono stati protagonis­ti della stagione 1993-94 della Fiorentina in Serie B
A sinistra l’allenatore della Fiorentina Beppe Iachini, accanto Claudio Ranieri mister della Sampdoria Entrambi sono stati protagonis­ti della stagione 1993-94 della Fiorentina in Serie B

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy