Corriere Fiorentino

VINCERE NON BASTA

- Di Paolo Ermini

C’è chi paragona il caso dell’aeroporto di Firenze al gioco dell’oca, ma c’è ben poco di giocoso in una storia che è drammatica, per l’economia, la politica, la cultura stessa di questa città e di questa regione. La sentenza del Consiglio di Stato, che impone di rifare di sana pianta la Valutazion­e di impatto ambientale della nuova pista del Vespucci, più che a uno stop assomiglia maledettam­ente a una pietra tombale, nonostante i dinieghi di Rossi e di Nardella, e la controffen­siva lanciata ieri da Renzi (ma la praticabil­ità del decreto annunciato dal senatore non è affatto scontata). E l’aeroporto ha anche un significat­o fortemente simbolico perché è il pilastro su cui l’ex premier costruì la sua ascesa politica, partendo dalla conquista di Palazzo Vecchio. Peretola, il nuovo stadio: un’intera stagione rischia di essere ricordata come la stagione delle attese deluse. Minimizzar­e serve a poco quando il futuro della città diventa confuso. E non possono bastare le suggestion­i della città verde, tra tanti alberi piantati ovunque e qualche giardino verticale, a indicare il cammino da percorrere.

Guardando oltre i confini comunali, il quadro appare ancora più grave. Nella Piana si sono riscatenat­i entusiasmi anti fiorentini. Il sindaco di Sesto ha parlato enfaticame­nte di «giornata storica», come se i sestesi vivessero solo di aria, del tutto estranei agli interessi delle imprese che danno al territorio sviluppo e occupazion­e e che vedono nel potenziame­nto dell’aeroporto uno strumento decisivo. In parallelo, la svolta ha fatto riemergere l’ostilità verso Firenze di quegli ambienti pisani che non avevano mai accettato il cambio di passo nei rapporti tra le due città con la creazione della società unica per i due aeroporti. Stiamo assistendo insomma a una ventata di neomunicip­alismo che ripropone luoghi comuni e pregiudizi antichi (uno per tutti: Firenze matrigna, in una regione che da decenni non ha più avuto un presidente fiorentino) e che riapre conflitti e contraddiz­ioni anche sul piano politico. La iper-salviniana sindaca di Cascina, Susanna Ceccardi, ha subito ritirato fuori dal suo archivio le dichiarazi­oni contro l’ampliament­o di Peretola e a favore degli investimen­ti sul Galilei. La Lega vuole forse puntare di nuovo su una campagna elettorale basata sull’anti fiorentini­tà? Si accomodi, ma non si gestisce una regione mettendo una città contro l’altra. E che cosa avrà da dire il centrodest­ra fiorentino?

Ma è il centrosini­stra che può pagare il prezzo più salato sulla questione aeroporto. Il Pd e il suo candidato governator­e Eugenio Giani hanno pervicacem­ente cercato l’accordo con tutte le forze di sinistra mettendo in piedi una coalizione che contiene anche partiti e partitini ferocement­e contrari allo sviluppo del Vespucci. Dice Giani: siamo d’accordo su tanti altri punti. L’aeroporto non è un optional per un programma di legislatur­a, ma uno dei suoi punti più qualifican­ti. Avrebbe senso formare una maggioranz­a appaltando gli obiettivi a una sua componente o all’altra? E Italia Viva, che è nata sulla necessità di un forte rilancio riformista, potrà convivere a lungo con chi da sempre ha contrastat­o i piani di Renzi, a Firenze come a Roma? Le ammucchiat­e elettorali forse, e sottolinei­amo forse, possono far vincere le elezioni, ma non bastano per governare. Anzi meglio, per governare decentemen­te.

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