VINCERE NON BASTA
C’è chi paragona il caso dell’aeroporto di Firenze al gioco dell’oca, ma c’è ben poco di giocoso in una storia che è drammatica, per l’economia, la politica, la cultura stessa di questa città e di questa regione. La sentenza del Consiglio di Stato, che impone di rifare di sana pianta la Valutazione di impatto ambientale della nuova pista del Vespucci, più che a uno stop assomiglia maledettamente a una pietra tombale, nonostante i dinieghi di Rossi e di Nardella, e la controffensiva lanciata ieri da Renzi (ma la praticabilità del decreto annunciato dal senatore non è affatto scontata). E l’aeroporto ha anche un significato fortemente simbolico perché è il pilastro su cui l’ex premier costruì la sua ascesa politica, partendo dalla conquista di Palazzo Vecchio. Peretola, il nuovo stadio: un’intera stagione rischia di essere ricordata come la stagione delle attese deluse. Minimizzare serve a poco quando il futuro della città diventa confuso. E non possono bastare le suggestioni della città verde, tra tanti alberi piantati ovunque e qualche giardino verticale, a indicare il cammino da percorrere.
Guardando oltre i confini comunali, il quadro appare ancora più grave. Nella Piana si sono riscatenati entusiasmi anti fiorentini. Il sindaco di Sesto ha parlato enfaticamente di «giornata storica», come se i sestesi vivessero solo di aria, del tutto estranei agli interessi delle imprese che danno al territorio sviluppo e occupazione e che vedono nel potenziamento dell’aeroporto uno strumento decisivo. In parallelo, la svolta ha fatto riemergere l’ostilità verso Firenze di quegli ambienti pisani che non avevano mai accettato il cambio di passo nei rapporti tra le due città con la creazione della società unica per i due aeroporti. Stiamo assistendo insomma a una ventata di neomunicipalismo che ripropone luoghi comuni e pregiudizi antichi (uno per tutti: Firenze matrigna, in una regione che da decenni non ha più avuto un presidente fiorentino) e che riapre conflitti e contraddizioni anche sul piano politico. La iper-salviniana sindaca di Cascina, Susanna Ceccardi, ha subito ritirato fuori dal suo archivio le dichiarazioni contro l’ampliamento di Peretola e a favore degli investimenti sul Galilei. La Lega vuole forse puntare di nuovo su una campagna elettorale basata sull’anti fiorentinità? Si accomodi, ma non si gestisce una regione mettendo una città contro l’altra. E che cosa avrà da dire il centrodestra fiorentino?
Ma è il centrosinistra che può pagare il prezzo più salato sulla questione aeroporto. Il Pd e il suo candidato governatore Eugenio Giani hanno pervicacemente cercato l’accordo con tutte le forze di sinistra mettendo in piedi una coalizione che contiene anche partiti e partitini ferocemente contrari allo sviluppo del Vespucci. Dice Giani: siamo d’accordo su tanti altri punti. L’aeroporto non è un optional per un programma di legislatura, ma uno dei suoi punti più qualificanti. Avrebbe senso formare una maggioranza appaltando gli obiettivi a una sua componente o all’altra? E Italia Viva, che è nata sulla necessità di un forte rilancio riformista, potrà convivere a lungo con chi da sempre ha contrastato i piani di Renzi, a Firenze come a Roma? Le ammucchiate elettorali forse, e sottolineiamo forse, possono far vincere le elezioni, ma non bastano per governare. Anzi meglio, per governare decentemente.