Ferragamo: in prima linea, è un’opera indispensabile
Il presidente della maison: «Senza sviluppo è difficile fare impresa»
Anche ieri mattina presto era in viaggio, come gli accade spesso, in aereo o in treno. Ferruccio Ferragamo, imprenditore e presidente del gruppo Salvatore Ferragamo, nel 2017 era in prima linea nella manifestazione degli industriali e delle categorie economiche per chiedere che si realizzasse la nuova pista dell’aeroporto Vespucci, con tanto di megafono in mano. Il giorno dopo la sentenza del Consiglio di Stato non nasconde la sua amarezza.
«Sono anni, decenni anzi, che si parla della questione è poi non succede nulla... È davvero una cosa triste — premette — Quello che vorrei si capisse è che i posti di lavoro, l’occupazione anche per i nostri giovani, non cadono dal cielo e non possiamo certo anche solo pensare di perdere attività e opportunità per la crescita, lo sviluppo, l’economia. La ripartenza non si realizza senza infrastrutture all’altezza». Da cittadino, da utente, prima ancora che da uomo di affari e «ambasciatore» del made in Florence, Ferragamo aggiunge: «Basta un esempio, purtroppo tragico per capire quanto infrastrutture e mobilità siano essenziali: l’incidente dell’Alta velocità a Lodi ha bloccato o ritardato i collegamenti in tutta Italia, ha fatto saltare tantissimi impegni e appuntamenti da nord a sud. Gli stranieri considerano molto questo tipi di problemi, sono cose che pesano sugli investimenti. Lo stop alla nuova pista è una cosa triste per Firenze, che è bellissima, in cui tutti vengono volentieri ma a cui servono adeguati collegamenti».
Ferragamo analizza la situazione dello scalo di Peretola, i nuovi scenari che anche nel migliore dei casi vedono le opere, nuova pista e nuovo terminal passeggeri, ritardate di due o tre anni. «Non sta a me commentare la sentenza del Consiglio di Stato, ma come utente sento la necessità della realizzazione dei progetti su Peretola. Nel mondo di oggi, sempre più globalizzato, muoversi è importante, è una necessità non una cosa “superflua”,
un di più. L’autostrada non è sufficiente, anzi spesso è occupata da colonne di Tir, dato che le merce si muove sui camion, e credo sia possibile trovare un ragionevole compromesso sullo scalo. Anche perché — sottolinea il manager — parliamo di un aeroporto che colleghi le capitali europee, da cui poi proseguire per il mondo, non di uno scalo intercontinentale, di aerei per andare a Bombay o New York. A Peretola lo sviluppo dello scalo significa la sicurezza di arrivare e partire, anche se c’è un po’ di vento, cosa che invece oggi non accade, con voli dirottati altrove: è complicato fare impresa in queste condizioni. Le infrastrutture vanno agevolate».
Sul futuro, su cosa potranno fare le categorie economiche per sostenere la necessità di un aeroporto più sicuro e con più voli, su come continuare la battaglia per la nuova pista, su eventuali iniziative future, il presidente della Salvatore Ferragamo aggiunge: «Io sono a disposizione per parlare della questione, a testimoniare nell’ambito delle iniziative, spiegando che la questione riguarda il lavoro, tutta la Toscana, non è né di destra né di sinistra. Per non dire del fatto che Firenze e Pisa hanno lo stesso gestore ed è possibile, fare bene in entrare con equilibrio». «Non perdiamo altre occasioni — è la conclusione — Noi amiamo Firenze e tutti la amano, ma ormai i turisti, come il settore business, vogliono e pretendono il meglio e sono abituati a infrastrutture e strutture belle e funzionali, in una competizione è globale».
❞ Un passo falso Non perdiamo altre occasioni. Noi amiamo Firenze, tutti la amano, ma sia il business che i turisti oggi vogliono il meglio anche nei trasporti