Corriere Fiorentino

Regole, tempi, costi L’ipotesi della Piana

Il professor Traina: un’offerta condiziona­ta per Novoli non è ammissibil­e

- di Giulio Gori e Antonio Passanese

Tempi, costi, procedure e infrastrut­ture da fare. Quali sono le certezze e quali le incertezze nel caso in cui la Fiorentina scegliesse i terreni privati a Campi Bisenzio. E quali le differenze con l’area Mercafir.

Se dalle parole di Rocco Commisso e del sindaco Emiliano Fossi, le nozze tra Fiorentina e Campi a qualcuno potrebbero sembrare quasi pronte per essere celebrate, gli ostacoli a uno stadio nella Piana sono molti: economici, burocratic­i, infrastrut­turali. Tanto da far pensare che il patron viola più che abbandonar­e l’opzione Firenze voglia farsi forte di un’alternativ­a.

Le trattative

Fossi ammette implicitam­ente che l’incontro «molto positivo» con Commisso non è in realtà andato oltre le buone intenzioni: «Non abbiamo fissato altri incontri perché ora ci sono i tecnici comunali e della Fiorentina a lavoro per approfondi­menti e verifiche. Con Commisso ci rivedremo quando avremo in mano qualcosa di concreto». Insomma, per ora di concreto non c’è nulla: «Per il trasporto dei tifosi fino allo stadio ci sono delle soluzioni sul tavolo, ma devono ancora essere studiate. Gli oneri di urbanizzaz­ione fanno parte della trattativa. Affrontere­mo il discorso nei prossimi giorni così come per gli investimen­ti che Commisso si impegnerà a fare nel nostro Comune. Opere accessorie e opere pubbliche sono ancora da discutere».

I costi e i tempi

Fossi ha detto che per le autorizzaz­ioni potrebbero servire 15-17 mesi, a fronte dell’opzione Mercafir che invece ha bisogno di 20 mesi per il trasferime­nto. Qualche mese di vantaggio, non anni. Il secondo (piccolo) vantaggio di Campi è il costo dei terreni: si parla di 6 milioni per 38 ettari, contro i 22 necessari per i 15 ettari alla Mercafir. Nel primo caso, la proprietà privata, la famiglia Casini, è pronta al prezzo di favore, nel secondo Nardella non può perché è un bene pubblico. Cifre comunque piccole rispetto al costo dello stadio: Commisso parla di un investimen­to di 450-500 milioni di euro tra stadio e centro sportivo e, togliendo i 50 per Bagno a Ripoli, ne restano oltre 400. L’unico vantaggio rilevante della proposta campigiana è che, secondo gli esperti del settore, a edificare su un terreno non cementific­ato si risparmia in media il 30%, a causa dei mancati costi di bonifica.

A Campi c’è il nodo delle infrastrut­ture per rendere l’area raggiungib­ile da 40 mila tifosi. Il progetto della linea 4 della tramvia prevede l’arrivo da sud, dal lato opposto rispetto al terreno del progetto; e il capolinea sarebbe in centro, a Villa Rucellai: i tifosi dovrebbero così percorrere a piedi un chilometro di vie strette tra le case, cosa impensabil­e per la gestione dell’ordine pubblico. La stazione ferroviari­a più vicina è San Donnino-Badia, a 8 chilometri. L’autostrada invece è vicinissim­a, lo stadio sorgerebbe a pochi metri dallo svincolo tra A1 e A11; difficile pensare che ci sia spazio per un secondo svincolo (e un terzo casello). Alla Mercafir, oltre alla stazione Guidoni che Ferrovie si dice pronta a fare in due anni a 400 metri dall’impianto, c’è la tramvia, con la fermata Guidoni

a 700 metri, senza case in mezzo.

Le regole italiane

Commisso pensa a «un’offerta condiziona­ta» per il bando Mercafir, Duccio Traina, docente di diritto pubblico all’Università di Firenze, spiega che «a un bando pubblico si può solo aderire, altrimenti l’offerta non è ammissibil­e». Ma nella battaglia tra il patron viola e le regole italiane, a Campi le cose si fanno ancora più complesse. «Un Comune non può rinunciare agli oneri di urbanizzaz­ione, sono diritti “indisponib­ili” — spiega ancora Traina — Quanto alle opere di urbanizzaz­ione, queste sono a carico della Fiorentina. Solo nel caso in cui un’opera non sia ad uso esclusivo privato ma abbia un interesse per la collettivi­tà, come un parcheggio aperto a tutti o una strada per la comunità, allora il Comune e altri enti possono cofinanzia­re ed eventualme­nte detrarre i costi dagli oneri di urbanizzaz­ione». In altre parole è difficile avere sconti nella costruzion­e di uno stadio; gli unici ammessi sarebbero quelli sulle infrastrut­ture per raggiunger­lo. Ovvero quelle che Commisso non vorrebbe costruire.

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I terreni di proprietà della famiglia Casini offerti alla Fiorentina per costruire il nuovo stadio

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