Liceali hacker si cancellano le assenze
Grosseto: manomesso il registro elettronico. Due inchieste sui 10, processo in vista
Dieci studenti liceali, tutti minorenni all’epoca dei fatti, si sono trasformati in «hacker» per cancellare le troppe assenze dal registro elettronico di classe. Ma un professore si è accorto dell’accesso illecito in un orario serale e così sono scattate due inchieste: una della scuola e una della Procura per i minori. Forse pensavamo ad una bravata, ma ora rischiano il processo anche per danneggiamento di banche dati.
Pensavano di fare solo una bravata ma alla fine si sono ritrovati in un mare di guai. Dieci ragazzi, studenti liceali, si sono trasformati in «hacker» per cancellare le troppe assenze dal registro elettronico di classe. Ma un professore si è accorto dell’accesso in un orario serale e così è scattata l’inchiesta prima della scuola, poi della procura per i minori.
I ragazzi, tutti minorenni all’epoca dei fatti — tra loro c’è anche una ragazza — sono adesso indagati per reati piuttosto gravi che vanno dall’accesso abusivo ai sistemi informativi alla falsità materiale in atti pubblici e al danneggiamento di banche dati dello Stato. Il pm Filippo Focardi ha inviato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini ed è probabile che adesso chieda il rinvio a giudizio.
La vicenda — come riporta Il Tirreno — risale allo scorso anno scolastico quando un insegnante dell’istituto si è accorto che qualcuno era entrato nel sistema e aveva fatto delle modifiche. Parte così la segnalazione al dirigente scolastico che avverte immediatamente la polizia postale di
Grosseto. A marzo iniziano le indagini che in poco tempo riescono a ricostruire quello che è accaduto.
Gli investigatori della polizia postale sono riusciti a definire i «ruoli» di questa bravata: due ragazzi particolarmente bravi in informatica, di due classi terze, avrebbero utilizzato un trojan per alterare il funzionamento del software del registro elettronico, in modo da accedere alla password dei professori che di sera avevano l’abitudine di lasciare i computer accesi. In pratica i ragazzi avrebbero installato sui computer della classe un keylogger che ha permesso loro di visualizzare la password che doveva rimanere segreta.
Nel linguaggio informatico il trojan («cavallo di Troia») indica un tipo di malware, ossia un programma usato per disturbare le operazioni svolte dall’utente di un computer. In genere il trojan si nasconde all’interno di un altro programma apparentemente innocuo e viene attivato senza che l’utente se ne accorga e senza che i programmi antivirus lo riconoscano.
Una volta escogitato il sistema,
Indagini Sarebbero stati due gli hacker che con un «trojan» sono riusciti a violare i computer
L’avvocato «Valutiamo se chiedere la messa in prova Devono capire la gravità di quanto fatto»
i ragazzi sarebbero così riusciti a cancellare le assenze. Alcuni di loro erano a rischio bocciatura proprio per aver disertato per troppo tempo i banchi di scuola, altri no, volevano solamente cancellare le tracce di qualche assenza fatta ad insaputa dei genitori. Non pensavano di essere scoperti e soprattutto non pensavano che ci potessero essere delle conseguenze a quel gesto. Non è andata così.
Per i due ragazzi che hanno violato il registro di classe le accuse più pesanti: rischiano fino a due anni di reclusione. I ragazzi nei mesi scorsi sono stati convocati dagli investigatori della polizia postale. Molti di loro hanno preferito non rispondere, uno invece ha raccontato come sono andate le cose. Così le indagini della procura guidata da Antonio Sangermano sono arrivate a conclusione.
Adesso i legali dei dieci ragazzi decideranno che cosa fare. «Valuteremo se richiedere la messa in prova» dice l’avvocato Roberto Cerbone, difensore di uno dei ragazzi. In realtà, spiega il legale che i ragazzi, dopo che i responsabili della bravata sono stati individuati, hanno già iniziato a «espiare» la pena: di concerto con la scuola hanno svolto attività di volontariato andando a pulire le spiagge e andando in un centro anziani. L’importante — spiega l’avvocato Cerbone — è che capiscano la gravità di quello che hanno fatto». Qualcuno tra i ragazzi è stato bocciato l’anno scorso, altri invece si sono impegnati per recuperare e ci sono riusciti.
Sei anni fa, sempre a Grosseto uno studente di 19 anni aveva manomesso i registri elettronici della classe, una quarta superiore, modificando assenze e voti. Lo studente aveva fatto sparire, grazie a circa 36 accessi nel portale elettronico dell’istituto, qualche giorno di assenza, sostituendo anche qualche brutto voto che non gli piaceva.