Corriere Fiorentino

Posto a rischio: la tenda rossa delle operaie sul tetto della Piaggio

La protesta delle lavoratric­i precarie alla Piaggio. Rossi: l’azienda apra il confronto

- Luca Lunedì

La forza delle donne, di queste donne, strette nei loro giacconi mentre preparano la brandina che sarà il letto di questa notte e delle altre a venire. Dal sesto piano del palazzo di viale Africa, il «Palazzo Blu», lo sguardo spazia sulla valdera industrial­e e il silenzio dai capannoni è un ulteriore segno: le macchine si spengono e i lavoratori vengono mandati a casa. Precarie da sempre, una vita alla Piaggio e ora senza futuro: anziane per il mercato del lavoro, troppo giovani per maturare la pensione. «Così abbiamo deciso di dormire qua sopra fino a quando l’azienda non ci ascolta — racconta Francesca, 13 anni alla catena di montaggio — non ho mai detto di no a nessuna mansione, posti che i giovani rifiutavan­o. Ora mi buttano fuori e a 60 anni non mi prende nessuno». Come lei sono una trentina a fare i turni per dormire nella tenda rossa allestita sul tetto. Storie di sacrifici che condividon­o davanti al pentolone di risotto da mandar giù con un bicchiere di vino per riscaldars­i. «Sono entrata nel 2003, assemblavo motorini in catena di montaggio— racconta Debora — ho anche una bambina di 7 anni e trovarmi qui, di notte, lontana dalla mia famiglia è dura. La cosa che fa più rabbia è che nessuno ci dà una mano».

Al loro posto loro sono entrati lavoratori a termine, una possibilit­à offerta all’azienda dalle pieghe del Decreto Dignità, parola che suona ancora più beffarda per chi, come loro, cerca solo la dignità che viene con il lavoro: «È una vergogna che nessuna istituzion­e locale sia ancora salita quassù a portare un segno di solidariet­à a queste donne — dice Alessandra Benvenuto, rappresent­ante del sindacato

Usb in Piaggio — abbiamo cercato il sindaco Franconi per giorni ma aveva altro da fare. La nostra lotta continuerà a oltranza perché non possiamo lasciarle sole». Una protesta che arriva proprio nei giorni in cui, in Piaggio, si conclude la negoziazio­ne del nuovo contratto integrativ­o: «Poteva essere l’occasione giusta per inserire la vertenza dei precari e delle precarie storiche ma azienda e sindacati confederal­i hanno deciso di abbandonar­li al loro destino». Fuori si alza il vento e la pioggia martella la tenda, i teli rischiano di volare via così le ex operaie raccolgono in fretta i borsoni per rifugiarsi nella tromba delle scale dove, su ogni pianerotto­lo vengono allestite le brandine. Ieri, il primo segno da parte delle istituzion­i: «Sono preoccupat­o della situazione che si è creata — commenta il presidente Enrico Rossi — capisco la rabbia delle lavoratric­i e dei lavoratori che sono saliti sul tetto. Torno a rivolgere un appello alla Piaggio affinché si riapra un confronto con le organizzaz­ioni sindacali e si dia quindi una prospettiv­a a chi per molti anni ha lavorato all’interno dell’azienda».

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