I have a dream! Di colpo noi come il Venezuela Ma no palme e petrolio
Come le bibliche piaghe d’Egitto, ecco il nuovo stop alla pista di Peretola. È un’epidemia ciclica che dura da 35 anni e non c’è vaccino. Altro che coronavirus. Si attacca per osmosi, o per via aerea, si diffonde dai giornali, dalle radio, crea focolai anche nei tribunali amministrativi, grandi incubatori gelosi di conservare il virus. Chissà? Potrebbe sempre servire. Colpisce prima di tutto le opere pubbliche: autostrade, Tav, Tap, porti, aeroporti, stadi e quant’altro. I portatori sani (?) sono i cervelli degli uomini, specie se riuniti in associazioni di difesa di qualsiasi cosa salti loro in mente. Nessuno ha davvero interesse a che l’Italia guarisca da questa paralisi. Nei rari casi in cui desse segni di guarigione c’è sempre una conferenza dei servizi, una Via, i Consigli Regionali e Comunali, i bandi, ricorsi. Tutto perché l’opera non si faccia. Uscendo di metafora questo nostro bellissimo e disgraziato Paese nel ’45 è uscito dalla guerra a pezzi. Ma, insieme ad alcuni politici degni di questo nome, ha trovato migliaia di uomini che si sono lanciati in mille imprese. Vi siete mai chiesti come mai Italia, Germania e Giappone, gli sconfitti sono stati i primi a ripartire? Semplice, perché i corpi intermedi erano distrutti, perché tutto era da fare o da rifare. È stata una sbornia di creatività e lavoro, di rischi e sacrifici, che in pochi anni, ci ha portato fra i sei paesi più ricchi del mondo. Gli imprenditori italiani sono geniali. Senza alcun dubbio. Gli italiani vogliono la loro casa, i loro risparmi, la loro attività e trascinano il Paese. Ogni posto di lavoro produttivo, cioè che produce reddito e paga imposte, è creato dalle imprese. Solo dalle imprese. Questa corsa a perdifiato è durata fino ai primi anni ‘70. In cambio gli imprenditori hanno avuto disprezzo, minacce e sequestri. Tutte le imprese della Toscana una nuova pista la chiedono da 35 anni. La pretendono le industrie e più avanzate e tecnologiche sono, più la chiedono. Sì, proprio quelle di Sesto, Campi, Scandicci, Valdarno e Mugello. Cinque anni fa pareva fatta. Renzi premier, Nardella sindaco, Rossi in Regione, finalmente convinto. Filotto di consensi. E allora, in questo caso interviene Cronos, il tempo. Sì, ma calma, calma e, subito dopo, NO! Perché? PERCHÈ NO! Come cantava Jannacci. I have a dream: a volte, in sogno, mi appare un’immagine. Le aziende sono di colpo sparite. Non si pagano più stipendi, pensioni, niente scuole, niente prestazioni sanitarie. Accendo la luce, no, va tutto bene, però però, dateci ancora un paio di Governi coi Cinque Stelle e i loro accoliti e il sogno potrebbe diventare realtà: un nuovo Venezuela senza palme e petrolio.