IL FARAONE IN 3D NELLA TOMBA DEL MITO
Dopo il tour negli Usa e in Europa apre oggi l’esposizione su Tutankhamon Reperti dall’Archeologico, riproduzioni dal Cairo e un viaggio virtuale per scoprire tutti i segreti. Tra gli inediti il sarcofago di Padihorpakhered
Si oltrepassa la tenda all’ingresso della Galleria della Carrozze e si entra nel passato: dentro la tomba di un faraone.
La mostra Tutankhamon: viaggio verso l’eternità, a cura di Maria Cristina Guidotti e Pasquale Barile, da oggi al 2 giugno a Palazzo Medici Riccardi di Firenze, è un’esperienza immersiva nell’Antico Egitto, attraverso fedeli riproduzioni provenienti dal Cairo dei tesori nascosti nel sepolcro di Tutankhamon, alcuni reperti originali messi a disposizione dal Museo Archeologico di Firenze, e modernissime tecnologie. Ad accompagnare il visitatore alla scoperta della tomba, unico esempio di sepoltura regale con corredo ritrovata intatta, c’è un virtuale Howard Carter, l’archeologo che il sepolcro lo scoprì, il 4 novembre del 1922: ecco i vasi canopi, la statua di Anubis che aveva la funzione di proteggere la camera del tesoro, il trono d’oro, la maschera aurea che proteggeva il volto e le spalle della mummia, altri oggetti del corredo scelto per accompagnare il faraone nel suo ultimo viaggio, riprodotti nei minimi particolari grazie alle schede d’inventario dello stesso Carter e le foto d’archivio di Henry Burton, conservate presso il Griffit Institute dell’Università di Oxford. Chi vorrà potrà persino indossare i panni dell’archeologo, grazie alla realtà virtuale (con visore e due controller, anche per bambini dagli 8 anni in su) progettata da La macchina del tempo di Bologna (presentata al salone TourismA): potrà entrare in prima persona nello scavo, rivivendo le emozioni che provò Carter, ascoltare le sue parole, osservare gli oggetti del corredo, afferrarli, decifrare i geroglifici alle pareti della camera funeraria. Esposti anche reperti originali. «Abbiamo voluto accostare al tesoro del faraone il corredo di un personaggio normale, seppure abbastanza ricco da permettersi un corredo» spiega Maria Cristina Guidotti, già curatrice del Museo Egizio di Firenze. Tra i pezzi il sarcofago ligneo dipinto di Padihorpakhered, «scoperto nei magazzini della Sezione
Egizia del Museo Archeologico, è stato accuratamente restaurato e viene mostrato per la prima volta al pubblico» Il prezioso reperto ha mantenuto la decorazione pittorica su tutte le superfici, sia interne che esterne, ma presentava distacchi di porzioni di superficie dipinta e profonde fessurazioni. La mostra, organizzata dalla Società italiana Discovery Time, in cooperazione con il Ministero delle Antichità del Cairo e con il supporto dell’Archeologico di Firenze, è stata presentata negli Stati Uniti, in Centro America, in America del Sud oltre che in varie capitali europee, e dopo Firenze sarà in tour per due anni nelle principali città italiane.