Rossi: più campanilisti che mai
Il caso Peretola: «Corporativismi rafforzati, ma io vado avanti per la nuova pista»
Più di un sindaco ha esultato per lo stop del Consiglio di Stato. Il caso dell’aeroporto di Peretola, dice il governatore Enrico Rossi, dimostra che «corporativismi e campanili sono più forti oggi di 10 anni fa, perché sono meno forti la politica e i partiti». E il rischio è che le guerre locali favoriscano altri territori. «Userò questi ultimi tre mesi per centrare l’obiettivo della nuova pista di Peretola» dice Rossi, «ma Toscana Aeroporti confermi gli investimenti a Pisa e Firenze».
Dieci anni fa, quando disse sì alla nuova pista a Peretola, il Corriere Fiorentino scrisse: «È caduto il muro della Piana». Dopo lo stop del Consiglio di Stato allo sviluppo dell’aeroporto, il presidente della Regione Enrico Rossi dice: «Non so se quel muro è di nuovo su. Io non rinnego né quella né altre scelte sulle infrastrutture. E mi rimetto subito al lavoro per la pista: ma chiedo a Toscana Aeroporti di fare altrettanto, confermando subito gli investimenti negli scali di Pisa e Firenze».
Governatore Rossi, oggi, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, è proprio convinto di riprovare con il progetto del nuovo aeroporto di Firenze?
«Oggi come allora penso che questo progetto non faccia male a nessuno. Anzi, migliora tutto, perché tutto sta insieme: pista nuova, piantumazione di alberi, vincoli ambientali e urbanistici. Adeguare l’aerostazione fa un gran bene alla Toscana e all’area di Firenze per le necessità delle relazioni industriali e economiche, della ricerca, della cultura. Il mondo cambia: chi si schiera contro questo progetto compie un errore di prospettiva. Il 60% di chi utilizza l’aeroporto di Firenze lo fa per lavoro: pensiamo alle imprese della moda, al mondo dell’università, alle imprese per l’export. È evidente che se un imprenditore troverà più facile volare su Bologna, sarà anche più facile che possa decidere di investire in Emilia invece che da noi».
Lei dice: andiamo avanti. Ma come? La sentenza del Consiglio di Stato porta indietro le lancette. Cosa farete?
«Lunedì (domani, ndr)
avremo una nuova riunione per studiare la sentenza che comunque ci ha sorpreso. Poco importa: userò il tempo che mi resta a Palazzo Sacrati Strozzi per lavorare a questo obiettivo, per dare alla Toscana un sistema aeroportuale adeguato, appena adeguato direi, ai tempi moderni».
Il sindaco di Pisa Michele Conti (Lega) invece dice: addio allo sviluppo di Peretola, investite solo su Pisa.
«Chi a Pisa esulta è rimasto indietro, da solo il Galilei non tiene l’intero sviluppo della Toscana, il traffico si sposterebbe a Bologna. A chi brinda dico: attenti, gli unici a brindare senza lo sviluppo di Peretola saranno i bolognesi».
Che tempi saranno necessari per riproporre la pista parallela del Vespucci?
«Secondo i tecnici che ho consultato almeno tre anni. Ci metteremo comunque subito al lavoro e consegneremo alla futura amministrazione
regionale (a maggio si vota, ndr) gli sviluppi e gli atti che saremmo stato in grado di elaborare».
Non è che Eurnekian, l’azionista di maggioranza di Toscana Aeroporti, si stanca e decide di non invetire più?
«Ho apprezzato molto il comunicato di Toscana Aeroporti che ribadisce la volontà di investire. Non era scontato. Noi ripartiamo con loro: ma chiedo alla società di partire subito con gli investimenti su Pisa e fare quelli nel frattempo possibili su Firenze».
Migliorare lo scalo di Peretola aspettando la nuova pista.
«Sì: io mi metto al lavoro, chiedo a Toscana Aeroporti di incontrarci prima possibile».
La sentenza del Consiglio di Stato è chiara: c’era bisogno di un supplemento di analisi per un’opera così importante, con tante prescrizioni. A sentire alcuni dei sindaci contro la pista, questa è stata l’«arroganza» di chi l’ha voluta. E il riferimento è soprattutto all’ex sindaco e premier Renzi, che ha ribadito il suo sostegno al progetto.
«Non mi pare che rallentare lo sviluppo di Peretola sia fare gli interessi della Piana, perché solo di rallentamento si tratta. Temo invece che ci siano forti interessi a non avere infrastrutture qui da noi per concentrare investimenti in altre zone del Paese. Ma mi permetto di far notare che quanto più Renzi continuerà a dichiarare che quello per Peretola è il “suo” progetto, tanto più sarà difficile ottenerne la realizzazione. Questo non è l’aeroporto di Renzi — a cui riconosco di aver posto il tema, tanto che anche io mi sono convinto della bontà della pista parallela — ma è l’aeroporto di tutti i toscani che viaggiano per lavoro. Non abbiamo bisogno di avere paladini tra gli “ex” e sarebbe stato meglio che Renzi avesse lavorato meglio, quando era presidente del Consiglio, sul piano amministrativo e meno su quello politico. Sono finiti i tempi dei vecchi arnesi democristiani che decidevano di spostare l’autostrada verso Arezzo. Renzi ha avuto il grande merito di aver posto il tema. Ha il torto di averlo trasformato solo in un tema politico: è ridicolo, si parla solo di adeguare la pista di un aeroporto».
Tra chi ha brindato alla sentenza del Consiglio di Stato ci sono anche forze politiche della coalizione di centrosinistra che sostiene il candidato governatore Eugenio Giani, ed anche molti esponenti del Pd, tra la Piana e Pisa. Lo trova sostenibile politicamente?
«Politicamente, bisogna affrontare le ambizioni toscane della destra fascioleghista: occorre farlo uniti e con una larghissima maggioranza aperta a sinistra. Io credo che questa posizione sia largamente condivisa nella sinistra toscana, ancora maggioritaria. Sull’aeroporto, in Consiglio regionale già io ho dovuto gestire diverse contraddizioni...».
Peraltro con una maggioranza renziana nel gruppo regionale Pd.
«Posso assicurarle che le posizioni dei consiglieri prescindevano dalle correnti, c’erano e ci sono problemi territoriali. È la Toscana dei campanili, dei corporativismi, delle prese di posizioni dalle quali non si recede. Elementi ora più forti di 10 anni fa, perché la politica e i partiti sono meno forti, mancano luoghi dove ricomporre le differenze. Io l’ho combattuto, il particolarismo: auguro al futuro presidente della Regione di mantenere la barra dritta. Ci ho provato in 20 anni, mantenendo fino in fondo il punto del rispetto del mandato che ci è stato conferito dai cittadini, mai utilizzato come bus o taxi per altri ruoli istituzionali. A me, nel Pci, hanno insegnato che si fa così».
Dei grandi progetti infrastrutturali su cui ha puntato durante il suo mandato — aeroporti, Tav, porto di Livorno, Tirrenica — ad oggi non ce n’è uno completato.
«Io rivendico la mia assoluta coerenza. E faccio notare che, per esempio sulla Tav, i dubbi sono venuti da Renzi, poi dal sindaco Dario Nardella (che però poi ha cambiato opinione), non da me. Senza la Tav saremmo bypassati dai treni dell’Alta velocità e sarà difficile entrare coi regionali a Firenze. Sulla Tirrenica finalmente si è capito che il tema dell’arretratezza economica della costa è legata al fatto che quell’area non si trova lungo nessun corridoio strategico. Il progetto su cui il governo ha detto recentemente sì è quello del presidente toscano Vannino Chiti, 1999: 4 corsie in sicurezza. Ora ci vogliono 600 milioni: è tempo che la Toscana non sia presa più in giro, mi auguro che ora deputati e senatori toscani se ne occupino anche loro. Tenendo presente che abbiamo firmato un “patto per lo sviluppo” con tutte le forze sociali. Ed è anche per questo che siamo ancora una delle Regioni più attrattive di investimenti d’Italia, se non la migliore».
Affinché la Toscana resti attrattiva, oltre alle infrastrutture, cosa c’è da fare?
«Vorrei porre un tema di cui pochi si occupano. Non ci si può lamentare della scarsa fertilità italiana se non dai risposte all’impoverimento del Paese. L’Irpet ci dice che più è aumentata la precarietà, più è aumentata la povertà: così non spingerai mai i giovani a fare nuovi figli. O ci occupiamo di questo, o è tutto inutile. Le imprese possono, o credono, di restare competitive con la deregolamentazione del mercato del lavoro. Ora è il momento di dare una nuova regolamentazione al mercato del lavoro: deve diventare conveniente investire in innovazione e tecnologia per restare competitivi, non tagliare il costo del lavoro».
Questo non è l’aeroporto di Renzi: quanto più Renzi continuerà a dichiarare che quello per Peretola è il suo progetto, tanto più sarà difficile ottenerne la realizzazione...
Quella che si oppone allo sviluppo di Peretola è la Toscana dei campanili, dei corporativismi. Elementi ora più forti che 10 anni fa, perché la politica e i partiti sono molto meno forti