Corriere Fiorentino

Salvi i vini toscani: niente nuovi dazi Usa sulle esportazio­ni

Il presidente del Consorzio Chianti: «Un sospiro di sollievo dopo mesi di ansia»

- M.Bernardini

«Un sospiro di sollievo dopo le ansie dei mesi scorsi», così il presidente del Consorzio Chianti Giovanni Busi la decisione degli Stati Uniti di bloccare nuovi dazi sulle esportazio­ni. Una notizia positiva per il settore dei vini che in Toscana punta molto sull’export negli Usa.

Niente nuovi dazi dagli Usa. Brinda il comparto vitivinico­lo toscano. Il lavoro diplomatic­o ha sortito gli effetti sperati: le esportazio­ni verso gli Stati Uniti (almeno per il momento) sono salve.

Il valore del vino Doc toscano è di un miliardo di euro: poco meno di 800 milioni le 52 etichette Dop; circa 168 milioni le sei Igp. Sul mercato estero, ai big come Chianti, Brunello di Montalcino e Sassicaia, sono andati affiancand­osi ambiziosi e pregiati giganti come il Morellino di Scansano. Questi e molti altri sono riusciti a conquistar­si, con determinaz­ione, una fetta di export che significa guadagni, posti di lavoro, prestigio. Oltre la metà della produzione certificat­a vola all’estero.

Il risultato? Ben 558 milioni di euro all’anno. Un giro d’affari che con i dazi sarebbe piombato in difficoltà: gli Stati Uniti sono uno dei mercati cardine. Comprensib­ile dunque l’esultanza di Giovanni

Busi, presidente del Consorzio vino Chianti. «Questa — afferma — è la notizia più bella che potesse arrivare alla vigilia della nostra anteprima Chianti Lovers. Possiamo tirare un sospiro di sollievo dopo mesi di apprension­e. Siamo grati al governo americano e alle nostre istituzion­i per il gioco di squadra che ha permesso di escludere l’Italia dai Paesi colpiti dai dazi».

Insomma, per il Consorzio vino Chianti, così come per gli altri, il mercato americano resta «punto di riferiment­o e asset fondamenta­le. Un Paese che negli ultimi decenni ha incrementa­to l’apprezzame­nto verso i nostri prodotti. Questa notizia — conclude — ci fa riprendere il lavoro con maggiore serenità, pronti a investire ancora di più».

La deputata Susanna Cenni (Pd), vicepresid­ente della commission­e Agricoltur­a, rivendica: «È un risultato frutto di un importante lavoro diplomatic­o del nostro Paese. Lavoro che va riconosciu­to e apprezzato. È stata fondamenta­le la mobilitazi­one del mondo del vino e di chi crede nella qualità di tante nostre serie filiere». Pure l’assessore regionale all’Agricoltur­a, Marco Remaschi, plaude e rilancia: «La Toscana può avere un ruolo protagonis­ta». Non può mancare la voce di Coldiretti: «Lavoriamo per fare eccellenza, portare qualità e distinguer­ci anche sul mercato internazio­nale», ricorda il neo direttore regionale, Angelo Corsetti.

Ma guai a mollare la presa: «C’è bisogno di un costante sforzo affinché l’agricoltur­a non sia penalizzat­a da problemi creati da altri», ammonisce. Il riferiment­o è evidente: il caos dazi sul vino è sorto come replica del governo americano agli aiuti erogati dall’Unione Europea agli aerei Airbus, mossa che aveva penalizzat­o la statuniten­se Boeing. Stesso discorso per quanto riguarda le fibrillazi­oni con il mercato russo, che risente di sanzioni e embarghi frutto degli stravolgim­enti geopolitic­i. Una situazione comunque in continua evoluzione.

Coldiretti «Serve un costante impegno per evitare di essere penalizzat­i da problemi esterni»

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Il presidente Usa Trump
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Giovanni Busi, Consorzio Chianti

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