Corriere Fiorentino

Sindaci contro sindaci «Chi si propone sbaglia, l’urbanistic­a non si fa per alzata di mano...»

I «solisti» assenti all’evento con Giani e Nardella

- G.G.

Un Eugenio Giani a caccia di idee riceve i sindaci toscani. Ma tra i 28 che arrivano da mezza regione al Teatro del Sale di Firenze, con Dario Nardella sul palco accanto al candidato governator­e, non c’è nessuno di quelli che nei giorni scorsi si sono proposti a Rocco Commisso per ospitare nei propri territori il futuro stadio della Fiorentina. Imbarazzo o no, ha tutta l’aria di una diserzione, da Campi Bisenzio, a Figline e Incisa, fino a Rignano sull’Arno. E Nardella, che per ragioni di opportunit­à non vuol toccare l’argomento visto che sulla Mercafir c’è un bando aperto, quando esclama che «di stadio non parlo», tradisce nei toni e nella mimica le tensioni di questi giorni. Dal suo entourage, qualcuno ammette l’irritazion­e del sindaco per le fughe in avanti dei colleghi. Così, durante le due ore di dibattito a porte chiuse, Nardella può tirare un sospiro di sollievo perché di stadio nessuno degli ospiti dice mezza parola.

Ma fuori dal Teatro del Sale, in via dei Macci, i commenti dei sindaci della Città metropolit­ana sono al vetriolo, contro chi balla da solo e corteggia la società viola senza confrontar­si con tutti gli altri: «L’urbanistic­a e le grandi infrastrut­ture, come ad esempio uno stadio, sono una cosa seria. Non si fanno per alzata di mano — dice Francesco Casini, di Bagno a Ripoli — La pianificaz­ione urbanistic­a compete ai Comuni, ma in coordiname­nto con la Città metropolit­ana e la Regione». «Quei sindaci hanno sbagliato — gli fa eco Monica Marini, da Pontassiev­e — Le scelte strategich­e si fanno assieme». Il primo a bacchettar­e i sindaci «solisti» era stato Paolo Omoboni, da Borgo San Lorenzo, ieri assente: «Capisco che uno stadio sia un’occasione ghiotta ma un collega in una situazione non semplice (Nardella, ndr) deve essere supportato, senza mettere in competizio­ne i territori». Sempre venerdì, il sindaco di Calenzano, Riccardo Prestini, aveva bacchettat­o Campi Bisenzio perché, dopo aver osteggiato l’ampliament­o dell’aeroporto, ora vuol portare lo stadio in una Piana «congestion­ata». Il coro è tutto per Firenze, contro le fughe verso la Piana.

Così, Nardella può gongolare, quando una sponda gli arriva anche da Eugenio Giani. Il candidato governator­e, dopo aver preso 10 pagine di appunti nell’assemblea a porte chiuse, si sbilancia con toni solenni: «La Fiorentina è un simbolo di Firenze, il cui riferiment­o è il sindaco di Firenze. Quando ero assessore comunale allo Sport, se di Fiorentina avessero parlato ad altri invece che a me, mi sarei

arrabbiato». Giani, da candidato governator­e, ha però un grattacapo che lo riguarda più da vicino: Peretola, un altro caso che spacca i sindaci. Quando nel pomeriggio arriva in via dei Macci, dribbla il problema: «L’aeroporto non sarà un tema della campagna elettorale». Ma è lo stesso Giani, in assemblea, a tornare sul tema per invitare al dialogo e per suggerire che qualche errore c’è pur stato, come non aver coinvolto Prato nell’Osservator­io ambientale. Matteo Biffoni, apprezza, ringrazia, ma conferma il no al progetto. Così, ancora a porte chiuse, si parla delle altre infrastrut­ture con cui riempire la Piana, dal ponte tra le Signe, alla terza corsia dell’A11, fino alla tramvia Peretola-Prato, anch’essa parallela all’autostrada. Finito il vertice, il candidato governator­e del Pd pronuncia una frase storica: «Bisogna smettere di essere fiorentino­centrici, l’infrastrut­tura fondamenta­le oggi in Toscana è l’autostrada Tirrenica». Solo a quel punto, Giani rammenta il vecchio cavallo di battaglia: «Firenze necessita di un aeroporto potenziato, e il percorso non può essere che quello parallelo». Peretola torna nella campagna elettorale.

❞ Giani Peretola non sarà tema della campagna Basta essere fiorentino­centrici, ma a Firenze serve lo scalo potenziato

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Eugenio Giani ieri al Teatro del Sale. A destra, sul palco con Dario Nardella
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