LA VITTORIA DEL CONTROGIOCO
«Tutto mi aspettavo meno che vedere Niccolai via satellite», disse Manlio Scopigno, allenatore del Cagliari scudettato, quando gli chiesero un parere sull’Italia ai Mondiali, trasmessi in diretta dal Messico, grazie appunto al satellite. Niccolai ero lo stopper del Cagliari allenato da Scopigno, l’allenatore filosofo, e noi potremmo plagiarlo affermando che tutto ci aspettavamo meno che cinque gol della Fiorentina in casa della Samp. Un successo costruito su un’autorete e su due rigori concessi giustamente, dopo le verifiche di Irrati al Var, ma abbellito nella ripresa ancora da Vlahovic e Chiesa. Vittoria larga e anche inattesa. La Samp aveva espugnato, come si diceva nei tempi in cui il linguaggio del calcio si ispirava ai termini guerreschi, il campo del Torino soltanto una settimana prima, con un sorprendente rilancio delle sue possibilità. Anche per questo un 5-1 a Marassi non era pronosticabile, anche se nella serie A di oggi le vittorie in trasferta fioccano in quantità. La Fiorentina, che in casa deve fare il gioco e in trasferta il controgioco , che le riesce meglio, ha largheggiato in gol, ha traballato sul finire del primo tempo, ma ha raccolto il massimo puntando sul contropiede. Vlahovic in copertina, Chiesa in prima pagina, come spetta per convenzione e per convinzione ai chi incide sul punteggio, eppure un elogio identico lo merita Lirola, determinante in difesa, a centrocampo e in attacco. Acciuffata la vittoria in modo indiscutibile (un 5-1 non è mai stato discusso), in una partita che le ha strizzato l’occhio fino dall’ottavo minuto con l’autogol di Thorsby, la Fiorentina è in grado di guardarsi le spalle con più fiducia anche se timori e tremori non sono da considerare del tutto svaniti. Di buono c’è da aggiungere che anche i nuovi, finora più parcheggiati che usati, cominciano a fornire qualche buona indicazione. Duncan, di piede mancino, dopo due errori iniziali ha giocato una buona partita e si intravede una sua possibile utilità nel centrocampo che Iachini dispone a piede rovesciato. Ora sarà decisiva la continuità. Non aspettiamoci una squadra da sogno, semmai una squadra che si è appena risvegliata dal sonno.