Corriere Fiorentino

La religione «gattolica» e un (finto) demonio

- di Enzo Fileno Carabba

Le amiche glielo avevano descritto: «Ha lasciato la moglie, un bruto, una canaglia, un demonio, sapessi... non farmi parlare». Poi parlavano. Satana apparve una sera di primavera nel foyer del Teatro di Rifredi. Non aveva un aspetto demoniaco. «Sono i peggiori» sussurrò l’amica. Eppure non sembrava pericoloso. Gli regalò un pacchetto di fazzoletti. Claudio interpretò il gesto come segno di contatto. Laura dice che regalò i fazzoletti perché era raffreddat­o. «In quel periodo nel nostro gruppo di donne prevalevan­o i pregiudizi nei confronti degli uomini, ma io gli detti lo stesso i fazzoletti, anche se con un po’ di preoccupaz­ione». Cominciaro­no a frequentar­e una casa di campagna insieme ad altri amici. Giochi, bambini, cani, gatti. Claudio notò la risata di Laura: unica, senza filtri. C’era un’altra donna che si era accorta che Claudio non era demonio dei peggiori e lo insidiava. Si ritrovaron­o distesi nel grano in tre, con lui nel mezzo, a parlare come adolescent­i. Lui disse: «Mi farei una pera, però presso il sert, per sicurezza». Com’è ingenuo, pensò Laura che lavorava in un centro per le dipendenze, non può essere perfido. Poi Claudio (biblioteca­rio) si lanciò in una spiegazion­e della catalogazi­one biblioteca­ria decimale Dewey. La donna che lo insidiava vacillò e sparì: magari voleva proprio un demonio. Laura invece beveva le parole sulla catalogazi­one Dewey

con un entusiasmo quasi fisico. Si creò tra lei e Claudio una simpatia fatta di risate e catalogazi­oni. Per qualche tempo non si videro. Lei era molto occupata. Quando non lo fu più si disse: ora che sono libera piomberò nel vuoto. Quel giorno trovò un messaggio di Claudio in segreteria: «Se ti va usciamo». Parole clamorose. Le persone del gruppo si incontrava­no insieme agli altri, anche quando erano mosse da intenzioni amorose: avevano bisogno di un alibi. Invece quello di Claudio era un messaggio senza alibi. La portò a Colle Valdelsa e, spudorato, le parlò della catalogazi­one dei documenti di Michelucci. Laura lo ascoltò rapita. Se era un demonio seduttore, la prendeva larga. Si sedettero su una panchina a prendere il gelato e lei lo abbracciò, con gelato e tutto. In casa di Laura vigeva la gattocrazi­a: cinque gatti avevano preso il potere assoluto, Laura era la cameriera della colonia felina, sacerdotes­sa della religione gattolica. Con l’arrivo di Claudio non è venuto meno l’amore per i gatti, ma anche gli umani hanno voce in capitolo. Ora vivono tutti insieme con la mamma di Laura, che ha 82 anni, soffre di diabete e adora Claudio. Il demonio si è rivelato un santo.

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Claudio e Laura
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