Corriere Fiorentino

Sacchi: renderò pubblici i disegni dei Levi

L’assessore si impegna a esporre le opere ritrovate della donna vittima dei nazisti

- E.S.

Se fu l’assessore Sacchi di 60 anni fa — Paris — ad accogliere il lascito artistico della famiglia Levi, è l’assessore Sacchi di oggi, Tommaso, con le deleghe alla cultura, a farsi carico di restituire alla città i disegni del macchiaiol­o Nino Della Gatta che nel 1954 gli eredi della collezioni­sta Lucia Levi deportata ad Auschwitz e mai tornata, donarono al Museo di Firenze com’era, che per un decennio si sono «persi» nei magazzini di Palazzo Vecchio. E che sono stati ritrovati negli scorsi giorni dalla nipote Sara Levi e da sua figlia Elena Fabbrucci insieme al Corriere Fiorentino.

«Ci penso io» ha risposto Tommaso Sacchi alle donne che, ritrovata la collezione, lo interrogav­ano sul da farsi, coinvolgen­do anche la dirigente dei servizi culturali, Gabriella Farsi. «Vediamo tempi e luoghi, ma mi impegno — ha aggiunto Sacchi prendendos­i l’incarico di riportare alla vista questo simbolo di memoria e riscatto dall’orrore nazista — a far tornare fruibili al pubblico le opere. O in un museo comunale oppure, se il rabbino di Firenze è d’accordo, tramite la sinagoga in forma di prestito». Per dieci anni che Sara Levi e la figlia Elena hanno chiesto che fine avessero fatto i disegni della collezione d’arte di nonna Lucia donati nel 1954. Disegni che da simbolo di «memoria» si erano trasformat­i in oggetto dimenticat­o. Tutto è partito il 24 gennaio quando, di fronte alla casa di Lucia in via Bovio 7 , con la vicesindac­a Cristina Giachi impegnata a celebrare la posa della pietra d’inciampo in ricordo della donna assassinat­a a Auschwitz il 30 giugno 1944 a 65 anni, Sara e la cugina Anna Paola Favilli raccontaro­no la storia di questa donna, figlia di pittore, moglie di un appassiona­to collezioni­sta d’arte. E di come i suoi figli, a dieci anni dalla «scomparsa» — termine entro il quale una persona è presunta morte —

❞ O in un luogo comunale o se il rabbino di Firenze è d’accordo nella Sinagoga ipotizzand­o magari una forma di prestito

donarono al Museo delle Oblate la sua collezione di Nino Della Gatta più un ritratto di Gino Rossi della stessa Lucia. La fine della nonna fu ricordata in una targa che nel 1954 Piero Calamandre­i volle per il museo delle Oblate. Anch’essa trovata al mezzanino di Palazzo Vecchio.

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Tommaso Sacchi e Sara Levi, a sinistra, la figlia di Silvia Elena e Gabriella Farsi a destra della collezione Levi Accanto l’articolo sul ritrovamen­to della collezione
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