Il tracollo degli Airbnb: palazzi rimasti vuoti, saltato il 70% degli affitti
Lungarno Diaz, gli ultimi visitatori escono ed entrano. «Ma da marzo sarà tutto vuoto»
In via dei Bardi, in un intero palazzo ormai adibito solo ad Airbnb, nessuno risponde al campanello. «Ma perché non c’è più neanche un turista, da un paio di giorni», spiegano al vicino bar, che raccontano: «Sono venuti a sfogarsi alcuni gestori di altri appartamenti nella strada: hanno visto saltare le prenotazioni fino ad agosto». Sul lungarno Diaz, in un immobile ormai tutto per turisti tranne due famiglie di residenti, alcuni turisti escono ed entrano. «Ma dalla prossima settimana è tutto vuoto» spiega uno degli host. La fuga dei turisti non colpisce solo gli alberghi, ma anche chi in questi anni ha deciso di adibire la propria abitazione ad «affitti brevi turistici». Per gli alberghi è una strage: «A marzo — spiega il presidente degli albergatori di Confindustria, Giancarlo Carniani — il tasso di occupazione è tra il 75 e l’80%. Secondo le nostre rilevazioni, quest’anno crollerà al 20%». Ma se Atene piange, Sparta si dispera.
«Ormai siamo al 70% delle disdette» racconta Gianni Facchini, presidente di MyGuestFriend, l’associazione dei «piccoli host», quelli con uno o pochi appartamenti in gestione. In qualche caso ancora i turisti arrivano, ma il problema, spiega Facchini, «è che tutto dipende dai termini di cancellazione. Se la cancellazione è consentita fino a pochi giorni prima, i turisti non vengono. Se invece ci sono penali più pesanti, magari uno viene lo stesso. Ma per il momento l’effetto è pesante».
«Siamo al 78% per cento di cancellazioni nel mese di marzo. Ne chiuderanno tanti»: Patrizio Donnini gestisce per conto dei proprietari il check in ed il check out degli ospiti con la sua Keesy. Ma quello che descrive ha un doppio effetto: perché chi lo fa davvero come integrazione del reddito, se ha un’altra fonte, potrà «reggere». Chi invece ha magari investito i risparmi o fatto un mutuo per comprarsi uno o più appartamenti e lanciarsi in questo settore, rischia di saltare.
Va meglio a Maurizio Santini, ex «miglior host d’Italia» per Airbnb. «Noi abbiamo avuto 7 disdette su una ventina da qui ad aprile. Il problema è che hanno salutato i turisti che facevano le permanenze più lunghe» dice Santini. E se ce l’ha fatta a mantenere prenotazioni è soprattutto perché «i turisti mi hanno chiesto informazioni, mi hanno espresso le loro paure. Ed ho spiegato loro come è davvero la situazione da noi: abbiamo il sistema sanitario tra i migliori del mondo, abbiamo fatto più controlli di tantissimi Paesi, per questo sono emersi più casi. E si sono convinti». C’è però un problema evidente che non riguarda neanche più la paura stessa del coronvirus, ma la difficoltà di viaggiare da alcuni Paesi verso l’Italia e soprattutto, tornare indietro. «Capisco chi annulla non tanto per la paura — spiega Santini — ma per le difficoltà neanche di partire ed arrivare, ma a tornare. Oggi ci sono già obblighi di quarantena o isolamento volontario per chi torna dall’Italia per alcuni Paesi. Come si fa ad organizzare un viaggio senza sapere cosa succede quando si torna? Ed annullano tutto il viaggio in Italia, mica solo Firenze. Comunque, Airbnb non è nostra la fonte primaria di guadagno, ci si riposerà un po’ di più». Di dati ufficiali, da parte di Airbnb Italia, ad oggi non ce ne sono. Sul sito, però, fioccano sugli appartamenti disponibili a marzo le offerte: sconti fino al 25%, «occasione unica».
C’è un ultimo problema, per il futuro: basta guardare i dati delle presenze turistiche dei primi tre mesi del 2019 per capire che cinque tra i primi 7 Paesi per presenze sono tra quelli con probabile o possibile limitazione di trasporto verso e dall’Italia: Usa, Francia, Giappone, Cina, Francia e Regno Unito (e lì c’è pure la Brexit). Se si aggiunge anche i Paesi asiatici più piccoli e la Corea, si tratta di oltre 650 mila presenze, poco meno della metà del totale delle presenze dei primi tre mesi del 2019 e principale aspettativa dei prossimi turisti fiorentini nel 2020. Una cifra che difficilmente sarà ripetuta.
Negli hotel La situazione è ancora peggiore: «Il tasso di occupazione crollerà al 20 per cento»
Il problema dei viaggi «C’è chi annulla non tanto per la paura ma per le difficoltà ad arrivare. E a tornare...»