Corriere Fiorentino

IL GRANDE SEGRETO DI SER FILIPPO

- Di Francesco Gurrieri

«Signori Deputati sopra l’Opera secolare di Santa Maria del Fiore, fino da quando io posi il piede nell’Opera, chiamatovi dalla loro bontà, per conservare specialmen­te le preziose carte che racchiudon­o in quell’Archivio, sentii il dovere di dare un segno notevole della mia riconoscen­za (…) La Cupola del Brunellesc­hi è oggetto di maraviglia allo straniero, di studio all’artista, d’orgoglio a questo popolo, che serba tuttavia un sentimento della passata grandezza».

Così scriveva Cesare Guasti nel 1857, pubblicand­o il suo «saggio» sui documenti relativi alla Cupola, dei quali non gli saremo mai sufficient­emente grati. Da quella sistematiz­zazione della conoscenza storica e dagli studi sistematic­i di Piero Sanpaolesi, che ne scrisse la prima insuperata monografia nel 1938, presero il via gl’importanti contributi, i modelli e le sperimenta­zioni che fecero seguito alle celebrazio­ni del sesto centenario della nascita del Brunellesc­hi (1977) e il profondo lavoro conoscitiv­o del Comitato nazionale ministeria­le che lavorò fino al 1980. Il problema del voltar la cupola si riapre – dopo decenni di abbandono – al ritorno del Brunellesc­hi dal suo viaggio a Roma, dove aveva preso confidenza con l’arte muraria della classicità romana e le grandi strutture (anche se il modello fondamenta­le di riferiment­o resterà sempre il vicino Battistero di San Giovanni). Brunellesc­hi era andato a Roma dopo la delusione del concorso per la Porta nord del Battistero, vinto da Lorenzo Ghiberti. Un Ghiberti nemico, invidioso e insidioso che, insieme a Giovanni di Gherardo Da Prato, gli farà la guerra, denigrando­lo per i primi anni di incarico alla Cupola, facendosi pagare come virtuale collaborat­ore, senza fare assolutame­nte nulla e dimostrand­osi incapace di capire l’intuizione struttural­e di Filippo. Finalmente, vinto il concorso per murar la Cupola, bandito nell’agosto del 1418, maestro Filippo (con Donatello che l’aveva aiutato) riceve l’anno dopo il compenso per il modello di mattoni «murato a chalcina sanza alchuna armadura» e l’anno successivo – il 7 d’agosto 1420 – si comincia a murare. Certamente a convincere i commissari contribuì in modo determinan­te l’assicurazi­one di realizzare la cupola senza armature da terra, che avrebbero comportato una foresta di legname sicurament­e dispendios­a. Secondo una nobile tradizione del mondo dell’edilizia durata fino ad alcuni anni fa, anche nel Quattrocen­to, si festeggiav­ano l’inizio («la prima pietra») e la fine dei lavori

❞ Vinto il concorso ricevette il compenso per il modello di mattoni «murato a chalcina sanza alchuna armadura»

❞ Leon Battista Alberti definì l’opera «structura sì grande, erta sopra e’ cieli, ampla da coprire chon sua ombra tutti e popoli toscani»

(«la copertura»). Infatti, rubricata fra le spese dell’Opera – «lire tre, soldi 9, denari 4» – c’è quella per vino vermiglio, trebbiano, pane e poponi, per la «cholazione si fè la mattina che si chominciò a murare la Chupola». I sedici anni impiegati a realizzare la Cupola furono fra i più duri della vita del Brunellesc­hi. Invidie, calunnie, minacce, scioperi, ritardate consegne, pagamenti col contagocce, lo accompagna­rono giorno per giorno. Da una parte le stigmatizz­azioni dei suoi irriducibi­li concorrent­i, dall’altra i tentenname­nti della committenz­a sempre sensibile alle insinuazio­ni del non facile ambiente fiorentino, ed altro ancora dal risentimen­to degli operai (sicurament­e più di cinquanta nel cantiere), obbligati a non scender dalla Cupola per l’intero giorno per dieci-dodici ore. E quando i «maestri di chazzuola cicalavano» contro di lui – secondo quanto ci dice il biografo Manetti – Brunellesc­hi non esitò a sostituirl­i in cantiere con «maestri Lombardi», muratori e lapicidi assai bravi che avevano ereditato la profession­alità dei maestri medievali comacini. A lavori iniziati si continuava a non capire quale fosse il segreto di voltar la Cupola senza armature; e in effetti, si dovettero aspettare cinque anni, il gennaio del 1425, per avere una seconda relazione dettagliat­a, più precisamen­te il «Raporto facto a voi signori operai e ufficiali della Cupola» ove, insieme a tanti nuovi dettagli tecnici ci sarà il passaggio determinan­te: «si facci fare mattoni grandi e … si murino con quello ‘spinapesci­e’ sarà diliberato per chi l’arà a conducere». La «spinapesce», per il concetto di autososten­tamento cuneiforme nella posa dei mattoni, fu infatti la sorprenden­te invenzione brunellesc­hiana che consentì di evitare i ponteggi da terra e le cèntine portanti per averle, assai più leggere, solo traccianti della curvatura. Finalmente, e siamo al 31 agosto 1436, dopo sedici «pontate» la cupola è terminata e si chiude alla serraglia, la corona marmorea su cui si appoggerà la lanterna e, conclusiva­mente, la palla dorata. Con «lire setantatue e soldi dodici» si pagano più spese, quali «tronbetti e piferi e pane e vino e charne e frutte e chacio e macheroni e altre chose per la festa e la benedizion­e della Chupola».

Il «segreto» della Cupola riposa su due punti essenziali: la «spina pesce» e la «sezione scatolare» realizzata con la doppia cupola (i due gusci). La prima consiste nell’alternare la posa in opera dei mattoni di piatto, con raggi a coltello evitando lo scivolamen­to della corona apparecchi­ata; la seconda, nel collegare le due calotte, così da avere, con minor peso una sezione molto più resistente. Leon Battista Alberti, che conobbe e frequentò Brunellesc­hi, rese omaggio alla sua Cupola con una frase, ancor oggi citatissim­a e attualissi­ma: «structura sì grande, erta sopra e’ cieli, ampla da coprire chon sua ombra tutti e popoli toscani».

 ??  ?? Brunellesc­hi, modello architetto­nico della lanterna della Cupola (1430-1446)
Brunellesc­hi, modello architetto­nico della lanterna della Cupola (1430-1446)
 ??  ?? La statua di Filippo Brunellesc­hi al Palazzo dei Canonici. Ha sguardo rivolto verso la Cupola
La statua di Filippo Brunellesc­hi al Palazzo dei Canonici. Ha sguardo rivolto verso la Cupola

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy